SAXON: Battering Ram
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20/10/2015Ormai dal lontano 1976 a questa parte ci dobbiamo aspettare con una frequenza più o meno biennale un nuovo album in studio dei SAXON. Ed anche in questo caso le promesse sono state rispettate con la pubblicazione di ‘Battering Ram’, 21° lavoro di inediti della band britannica, tra le paladine dell’heavy metal classico internazionale, e che dimostra una prolificità quasi invidiabile in tutti questi anni della loro carriera. Sotto l’occhio attento di un produttore navigato in materia come Andy Sneap (già collaboratore con Megadeth, Testament, Accept ed Exodus), i SAXON sembrano non sentire lo scorrere degli anni, sentendo in loro ancora viva la voglia di produrre del buon metallo, e dando la dimostrazione a chi volesse iniziare a cimentarsi su questo impegnativo campo musicale che loro possono essere ancora un punto di riferimento per le band che verranno. ‘Battering Ram’ è un album in cui si affrontano i più disparati temi. Si passa dall’esaltazione che i fans della musica rock in generale hanno mentre stanno seguendo un concerto dalle prime file (“Battering Ram”), a storie leggendarie e al limite del mitologico (“The Devil’s Footprint”), passando per la cruda serietà della storia mondiale (un breve racconto della Prima Guerra Mondiale rappresentato da “The Kingdom Of The Cross”, e la devastazione dell’uragano Katrina in “Eye Of The Storm”), fino ai personaggi frutto della pura fantasia (le vicissitudini di Alice nel Paese delle Meraviglie in “Queen Of Hearts”), ed al modo in cui vengono raccontati questi personaggi (“Destroyer” dedicata al carattere dattiloscritto generalmente utilizzato nei fumetti della Marvel). Tutta una serie di storie la cui colonna sonora è quel sano heavy metal fatto senza tanti fronzoli, che cavalca gli stili dei vari anni passati e presenti, ma che hanno comunque una base che si fonda sui ritmi più tradizionali e che li hanno contraddistinti negli anni. In taluni frangenti, specialmente quando si sente il connubio delle chitarre di Paul Quinn e Doug Scarratt e della batteria di Nigel Glockler, sembrano spingersi verso territori cari ai connazionali Judas Priest. E queste storie vengono raccontate dalla voce navigatissima, ma sempre presente e vera di Bill Byford, che non sembra avere alcuna intenzione di mollare la presa. Anzi, le musiche e gli arrangiamenti nel loro complesso lo aiutano profondamente a concepire prestazioni vocali ed interpretative degne di nota, e lo spingono a dare sempre il massimo. Fortunatamente in questi anni sono passate per i vari negozi di dischi e sul web diverse metal band di qualità, ma ogni tanto si avverte ancora il bisogno di sentire una voce autorevole che metta in riga le giovani marmotte. Nel 2015 l’hanno fatto, per citare due nomi, gli Iron Maiden ed i W.A.S.P., e sicuramente lo fanno anche i SAXON.
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