ARCANA 13: Danza Macabra
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29/02/2016Ciò di cui parliamo oggi riguarda l'aspetto più intimo della nostra coscienza, tutto ciò che inconsciamente il nostro Io più profondo sputa fuori nauseato quando siamo immersi nei più profondi sonni, in quello stato di catalessi mortale dei sensi. Parliamo degli incubi, prodotto del Terrore, esorcizzato così di frequente negli anni dalla letteratura, dalla cinematografia e dalla musica. La summa delle tre arti è riassunta negli Arcana 13, novello vanto della penisola italica in materia di rock occulto. Se questo disco fosse un film, sarebbe sicuramente un magistrale horror diretto da Dario Argento o da un altro Maestro del terrore. La band al loro primo full lenght si muove sul terreno marcio dell'occulto lasciandosi ispirare dalle atmosfere sinistre dei più grandi cult dell'horror all'italiana, come si intuisce dal titolo dell'opera, Danza Macabra. La danza macabra, oltre che essere un tema iconografico del medioevo, una sorta di memento mori, ha forti connotazioni con la cinematografia, si pensi ai fotogrammi finali del film "Il Settimo Sigillo" di Bergman o al film "Macabro" di Lamberto Bava. Proprio Bava, questa volta Mario è tributato nella prima traccia del disco, dove il prologo è affidato alla Santa Inquisizione che pronuncia la condanna a morte della strega Asa e ci introduce oltre le porte degli inferi. Il sound è cupo, le distorsioni palesemente analogiche dal sapore british e la voce pulita e evocativa, a tratti solenne, inoltre il sapiente dosaggio del reverbero rende l'amalgama sonora cupa e cavernosa. I nostri iniziano le danze piazzando una ottima tripletta con "Dread Ritual", "Arcane XIII" e "Land Of Revenge", quest'ultima con il suo incedere malinconico, dove la voce si innesta su un languido arpeggio distorto. Alcuni passaggi di "The Holy Cult Of Suicide" e "Arcane XIII" sono probabilmente figlie delle influenze più Goblin oriented, il riff di apertura di quest'ultima pare voler strizzare l'occhio e far riemergere quei brividi suscitati dalle note del maestro Simonetti con "Suspiria", in realtà non è che un anticipo del brano riproposto in chiave Arcana 13. La cover, rielaborata, non stravolta e quindi credibile non fa sfigurare il quartetto nemmeno dinanzi ai...mostri sacri del prog occulto. Di tutt'altra pasta "Oblivion Mushroom" che esplora i territori più doom di matrice sabbathiana, melodie ipnotiche, un mix lisergico di echi, arpeggi distorti e cristallini che in alcuni passaggi fanno riemergere richiami ad uno dei pezzi probabilmente più atmosferici mai composti dalla compagine inglese, "Planet Caravan". D'altronde l'eredità sabbathiana traspare già dall'artwork a cura del maestro Enzo Sciotti che merita encomio, in quanto riesce a rendere in poche immagini tutto quello che sono gli Arcana 13, la ideale colonna sonora degli incubi di noi Rocker.
Sergio
02/03/2016, 22:32
assai interessante!