SATYRICON: NOW, DIABOLICAL
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12/04/2006Dici Satyricon e sai di che si tratta. Attivi nel campo del BM norvegese dal 1992, il gruppo di Sigurd Wongraven (AKA Satyr) ha sempre rappresentato un saldo appiglio per tutti quei fans ultra troo ultra kvlt che negli anni hanno visto il loro caro e nero amato BM riducersi ad un fenomeno plasticoso da baraccone, perdendo quel minimo di serietà che almeno all'inizio sicuramente aveva. Nel precedente album 'Volcano' (2002) c'erano state avvisaglie di una certa sterzata stilistica verso lidi meno marcatamente black e leggermente più mainstream, proponendo un songwriting più vario per soluzioni adottate e meno ripetitivo in quanto ad utilizzo dei riffs, anche nel caso del nuovo 'Now, Diabolical', nei negozi da dopo Pasqua ed edito dalla Roadrunner (!!) c'è tutto questo, anche se in maniera più marcata e decisa. Sin dall'apertura, affidata a "Now, Diabolical" che è decisamente un pezzo molto buono con un intro che ricorda molto il thrash della Bay Area di fine anni '80, si sente subito che la registrazione e in generale la produzione dell'album è stata affidata a gente molto competente, perchè tutti gli strumenti sono distinguibili e la batteria non genera il classico "pastone" quando si accelerano i tempi. In secondo luogo le varie canzoni non hanno una sola anima dall'inizio alla fine, ma esprimono diversi e differenti momenti nel loro corso della loro durata, complice sicuramente un songwriting più ricercato e maturo. Tecnicamente si nota un modo più aperto di suonare da parte del batterista Frost (che in questo caso abbonda nell'utilizzo dei piatti), mentre Satyr utilizza ancora le tipiche BM vocals, ma sinceramente il contesto musicale su cui sono adagiate non ne richiede più l'utilizzo, visto che di BM in questo album c'é solo il nome, poiché la musica é si oscura e deprimente, ma non nel senso classico del termine, per lo meno non nello stessa accezione degli albums degli esordi. I tempi medi delle canzoni sono medio/lenti, molto cadenzati e imperniati sulle chitarre (per l'occasione ribassate di tono), senza l'utilizzo alcuno di tastiere e di strumentazione alternativa, eccezion fatta per l'ultima canzone (fra l'altro molto avvicinabile al vecchio materiale del primo album per atmosfere) "To The Mountains" nella quale si fa utilizzo di fiati. In definitiva, si sta un po' sul chi vive, specialmente dopo la scottatura Darkthrone ma per lo meno si ha a che fare con un prodotto valido a prescindere dal genere e dal nome del gruppo, che sarà sicuramente apprezzato maggiormente da coloro che normalmente non ascoltano BM e che non hanno le orecchie ed il cervello imbavagliati.
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