ROYAL HUNT: PAPER BLOOD
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17/06/2005Ancora una volta Andersen centra il bersaglio. E lo centra riprendendo le sonorità più pompose che hanno caratterizzato il sound della sua creatura di cui si può bellamente affermare, senza dubbio alcuno, di essere riconoscibile dopo cinque secondi cinque d'ascolto. Sound personalissimo pur influenzato dai grandi del passato. Non credo ci sia in circolazione altro gruppo con un muro sonoro di tale portata, personale, e così ricco di arrangiamenti. "Paper Blood" è un ritorno assai prossimo a "Moving Target" di cui ne moltiplica l'impatto e la produzione, e si accoda alla qualità altissima di quel disco con un lotto di brani ideati ed eseguiti con la magniloquenza a cui siamo stati abituati in questi anni. Il keyboard wizard danese e John West viaggiano a ritmi increbili. Funanboli feroci ed eleganti si inseguono vertiginosamente, senza sosta, tra fast song e mid tempo, intrecci strumentali e fughe melodiche e scale dall'onnipresente spartito di musica classica. Componente, quest'ultima, che la fa da padrone in più spunti come solitamente accade nei dischi della Caccia Reale, e qui abbondante soprattutto nei brani strumentali. Uscito Kjaer dalla band, ultimo membro tranne Andersen della formazione orginale sostituito dall'ottimo Jidell, non si denotano possibili perdite, in questi casi, di coesione ed intesa. Un altro tassello, quindi, che si incastra nel già fastoso mosaico della discografia della band rendendolo ancora più prezioso e regale, e che dimostra come la superiorità artistica di certi musicisti sia direttamente proporzionale alla loro creatività. Mostri, ma umani. Talento ed emozione.
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