RAMPART: VOICE OF THE WILDERNESS
data
28/02/2010Venne il giorno in cui un trio bulgaro si erse, e tentò così di porsi quale baluardo di un Heavy classicamente ottantiano contro i manierismi di una modernità stancante nella sua stereotipicità. Si chiamavano Rampart, bastione, e venuti da una gavetta di underground rabbioso sbarcarono alla francese Inferno Records per tentare di mostrare al mondo cosa potevano fare e dare. Per dire la loro. Il problema fu, samplicemente, che non avevano granchè di nuovo da dire. I bastioni bulgari non sono male, in effetti, ma al di là di un tributarsi naturalmente ad Iron Maiden, Helloween e Running Wild con una proposta vocale alla White Skull dei tempi che furono, non fanno. Pezzi buoni ed orecchiabili, ritmiche potenti e riff quadrati con assoli taglienti: quanti gruppi possano vantare la stessa presentazione, è inutile dirlo. Questo non toglie valore alla loro prova, è vero; è pur vero che la colloca automaticamente in un calderone di infinite band che, ad un buon potenziale sonoro, non hanno saputo o potuto miscelare una sana dose di personalità. Ed a questo punto la domanda spontanea riguarda le possibilità di durata nel tempo del combo. O quanto meno le possibilità di durata in termini di produzione discografica. Certo gli si augura la maggior fortuna possibile in questo senso, ma non si intravedono possibilità concrete da questo punto di vista. "Voice Of The Wilderness" potrebbe essere tranquillamente una rapida meteora che attraversa, nella notte di San Lorenzo, un cielo pieno di sue sorelle. Starà al gruppo cercare il modo di brillare di più, di accendersi di personalità: di rendersi stelle fisse in un cielo già affollato. Per il momento questa possibilità sembra alquanto remota, ma chissà che da un inizio in sordina non emerga una fanfara grandiosa.
Commenti