PROGENIE TERRESTRE PURA: U.M.A.
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13/05/2013Il promo ci aveva fatto ben sperare, ed infatti eccoli tornare freschi di contratto con la Avantgarde e un album di cinque tracce davvero entusiasmanti. 'U.M.A.', che sta per 'Uomini, Macchine, Anime', riassume ermeticamente il concept che si cela dietro il lavoro del duo veneziano. I sottili strati di tastiere vengono tramortiti d'improvviso da una ritmica sempre più ossessiva, fino a esplodere poi in un tipico tempo black. Vangelis e The Kovenant? Probabile. Le trame spaziali riconducibili facilmente anche all'arcinota soundtrack di Blade Runner rappresentano una grande influenza per i ragazzi. Fa piacere però constatare che prima di tutto il risultato finale è sopra ogni altra aspettativa. Lì dove ci vedevamo già un album immaturo con drum-machine programmata in modo confusionario (la nostra paura più grande in questi casi), ritroviamo invece un'opener dal finale sempre più "oltre". Ogni strumento si spinge in velocità, in intensità, creando un muro di suono vagamente impercettibile. "Sovrarobotizzazione" pare volersi abbandonare in un mondo più complesso, e lo fa nel mezzo, riuscendoci alla grande disgregandosi in mille pezzi. Rumori, frastuoni, ultrasuoni, chitarre che tagliano la gola. Il sound è glaciale, ma colpisce in pieno viso perché è corposo, imponente. Più i minuti passano, e più la macchina dei P.T.P. costruisce un'alienante mondo ("Droni" lo è, e non poco) dove ogni pensiero e forma di vita viene polverizzata all'istante. Sul finale, l'altro brano del promo, "Sinapsi Divelte". I suoi undici minuti dove si mostra il lato se vogliamo più "heavy" e classico della band, vengono fatti a pezzi negli ultimi minuti con il "solito" assalto di chitarra/tastiere. Tutto è in equilibrio, tranne il destino dell'uomo, quello si sa, mai quanto in questi ultimi anni è racchiuso in un'inesorabile declino e 'U.M.A.' ne sembra la colonna sonora perfetta.
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