PRAYING MANTIS: Gravity
data
19/05/2018Il solito disco che ci si aspetta dai Praying Mantis. Positivo, ben eseguito, anche se registriamo un paio di passi indietro sul piano della qualità rispetto al precedente 'Legacy'. Pur godendo della stessa intensità del suo predecessore, 'Gravity' è composto da brani efficaci e dall'impatto emotivo immdediato. Si forgia tra il martello del metal classico e l'incudine dell'hard melodico, e si manifesta con fierezza attraverso l'ugola d'oro di John Cuijpers. Non manca il tocco di mestiere, seppur ben mascherato dalla professionalità dei fratelli Troy, ormai sulle scene da quarant'anni e passa, come non mancano velate e fugaci escursioni nel prog e nel rock melodico. Un insieme di fattori ben strutturato che completa con pienezza un lavoro dai livelli qualitativi medio-alti che, se da un lato esalta lo stato di grazia del quintetto, d'altro canto, non avendo quei tre/quattro brani che emergono con prepotenza dal resto, alla lunga potrebbe anche stancare. "Time Can Heal" e "Ghost Of The Past" si contendono la palma come miglior brano del disco, poi tutti gli altri dietro, in fila, sui gradini più bassi, ma degni del monicker che li sta proponendo. La conclusione è presto scritta: 'Gravity' è un bel disco, tentacolare, sfrutta a dovere le potenzialità di cui gode, ma non mostra di avere la proverbiale zampata vincente che potrebbe farcelo valutare in maniera ancora più positiva.
Commenti