PHLEBOTOMIZED: IMMENSE INTENSE SUSPENCE / SKYCONTACT
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03/05/2014Plauso e onore alla Hammerheart per la ristampa di questi due capolavori del metal, anzi della musica, che rischiavano seriamente di perdersi nel tempo, schiacciate dal rumore dei breakdown e gli screamo trendaioli. È giusto che tutti, soprattutto i più giovani, sappiano: esistono e sono esistite band come queste e la loro eredità artistica non deve andare dispersa. Un po' di storia: sulla scia dei connazionali maestri Pestilence, e di altri capolavori usciti nel periodo ('Unquestionable Presence', 'Focus', 'Obscura', 'Unhortodox' etc) i Phlebotomized hanno spinto l'asticella dell'avanguardia più in alto di quanto abbiano fatto altri, spianando la strada a tanti colleghi, Haggard, Therion, Arcturus, Opeth, Officium Triste, per citarne alcuni, non sarebbero da nessuna parte senza gli olandesi, senza le armonie di violino e tastiera che si fondono nelle progressioni settantiane, perfettamente sfumate alla rabbia del Death primordiale, più incline al rallentamento che al blast beat. Il vero capolavoro tra i due è senz'altro il disco di esordio, 'Immense, Intense, Suspense'. Senza dilungarci troppo, basta ascoltare le armonie classiche di "In Search Of Tranquillity", che poi evolve nel devastante prog "Subtle Disbalanced Liquidity" (in questa sede le due tracce sono state unite), una delle tracce più belle e brutali del disco. 'Skycontact' è un disco complesso, atmosferico, decisamente weird. L'elemento death metal è più sfumato, qui ci troviamo di fronte a un disco prog con elementi post-rock (Sometimes), folk ambient e pop ("Achin'") e persino punk ("I Lost My Cookies In The Disco"). Insomma, qui si passa da un genere all'altro, nel più totale sclero musicale, senza dogmi, paradigmi o regole di qualsiasi genere. In questa versione troviamo la bonus track "Dizz-tance", una strumentale francamente poco interessante e poi il vero capolavoro, la monumentale suite "I Hope You Know", in questa sede unita in un unico brano, da godere in tutti i suoi venti e passa minuti di possente atmosfericità. Due dischi da riscoprire, o da scoprire, e non lasciar mai uscire dalla propria memoria.
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