PERIFERIA DEL MONDO: Nel Regno Dei Ciechi
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01/06/2013Con un sound di chiara matrice anglosassone, nelle intenzioni con un suono più robusto rispetto ai primi tre lavori, ‘Nel Regno Dei Ciechi’ raccoglie più ombre che luci. Affiorano richiami musicali (molto interessanti e piacevoli) ai Genesis e ai Jethro Tull di metà carriera, oltre ai Roxy Music per l’espressione elegante di alcune trame. L’intelaiatura dei brani è costruita con sagacia ed anche dagli arrangiamenti (affascinante l’uso del sax) emergono idee, e soprattutto il tentativo di riscoprire il pop d’autore (non è una bestemmia!). Purtroppo il gruppo romano latita dal punto di vista canoro, sia per la scelta, per ora inopportuna di cantare in inglese (alcune canzoni), sia per la prestazione di Alessandro Papotto che lascia di stucco quando si esprime con gli strumenti a fiato, ma risulta poco incisivo ed inespressivo vocalmente. Ne risentono le armonie e l’amalgama nell’economia dell’album che penalizzano un lavoro ricco di spunti. Se la PDM saprà indirizzare il proprio stile con il proprio idioma, non faticherà a trovare un cantante all’altezza in grado di esaltare quanto di buono proposto.
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