OVERKILL: THE KILLING KIND
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03/05/2007Una copertina di un verde marcescente su sui si staglia un batskull stilizzato, ma allo stesso modo emblematico: così si presenta ai thrasher di tutto il mondo “The Killing Kind”, lavoro che gli Overkill pubblicano a metà anni novanta (in un periodo a dire il vero non troppo felice per il genere) strappando i soliti meritati consensi. Non è un album eccelso il presente, come altri usciti nei ninties sotto lo stesso monicker del resto, ma il marchio degli Overkill è diventato nel corso del tempo sinonimo di garanzia, e anche questa volta, pur con qualche normale calo di tensione (tipo “The Cleansing” e “The Morning After”), i nostri portano a casa la consueta pagnotta. L’inizio è comunque di quelli che lasciano esterrefatti per rabbia ed incisività: infatti chiunque non conosca affatto la band americana potrebbe innamorarsene all’istante solamente sentendo gli attacchi di “Battle” e “God-Like”, due rasoiate in pieno volto che sono in grado di rappresentare al meglio l’essenza stessa dell’Overkill sound. C’è da dire che il presente è forse uno dei lavori più rognosi nato dalle menti di Verni ed Ellsworth, con accelerazioni che a tratti si spingono oltre gli standard abituali del gruppo (come nel caso della già citata “God-Like”), anche se sostanzialmente non sono molte le novità portate da questo lavoro all’universo metal. Gli Overkill insomma fanno il loro sporco lavoro e lo portano a termine come al solito egregiamente, con un classico thrash d’assalto e con i loro caratteristici rallentamenti di sabatthiana memoria, premesse di un’incombente minaccia (“Burn You Down/To Ashes”).
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