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OLD NIGHT: A Fracture in the Human Soul

data

28/02/2020
85


Genere: Doom Metal
Etichetta: Rain Without End Records
Distro:
Anno: 2019

Discesa a perdifiato, salto in un vuoto che non ci spaventa e nel quale ci conficchiamo acquisendo velocità. Lo spazio e il tempo d’improvviso si fermano, particelle di emozioni illuminate da luce accogliente, crepa che lascia intravedere animo ricolmo di passione ed amore. Tutto ciò è A Fracture in the Human Soul, seconda fatica discografica in studio per i croati Old Night. Il loro è un doom metal intenso, dalla forte carica heavy, con sfumature di progressive ed alternative a impreziosirne le livree. Ci sono balenati per la mente i Novembre e gli Opeth, con un pizzico di Candlemass. Paragoni scomodi, per una realtà però che ha spiccata personalità e che mesce sapientemente melodie, chitarre ed una voce che indubbiamente emozionano. La musica, in fin dei conti, oltre ogni possibile classificazione giornalistica, è arte, in quanto tale dovrebbe toccare semplicemente le corde dell’anima. Troppo spesso si cerca di piantare paletti, descrizioni che vogliono solcare tratti di un’emotività che va vissuta direttamente. Gli Old Night riescono nel difficile obbiettivo di andare oltre, di sfiorare ed accarezzare sentimenti che parevano placati. La solennità delle ritmiche incornicia un uso folgorante delle chitarre, un gusto heavy che liberamente si muove nell’alternative e nel prog. Esploriamo in una sorta di moto perpetuo una coscienza dai confini irraggiungibili, spazio sconfinato che realmente abbracciamo e scopriamo essere dentro di noi. Cinque tracce che, come da copione del genere, hanno una corposa durata. Tutto questo però non tedia, fluidità che, ovviamente contestualizzata al doom di appartenenza, rende godibile un album dalle qualità indubbie. Produzione egregia, voce che contempla e non solo ci descrive un percorso, un amore sulfureo che non tenta biecamente, bensì riscalda. Così, idealmente, continuiamo in questa caduta, circondati da pace, sfumature di malinconia e poi purissima serenità. Consigliamo l’ascolto anche ai non amanti del doom, perché la sensibilità è un linguaggio che va oltre le strutture. Auspichiamo gli Old Night si ripetano. Sinceri complimenti.

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