OHRENFEINDT: Auf die Fresse ist umsonst
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03/09/2013Attivo sin dal 1994, questo terzetto proveniente dal quartiere amburghese St. Pauli (un quartiere certo non dei più raccomandabili), da sempre capitanato dal cantante-bassista, il calvo e iper-tatuato Chris Laut, rilascia il sesto album di studio. Sono passati parecchi anni dal debutto discografico 'Schmutzige Liebe' datato 2003, e nulla sembra essere cambiato in termini operativi visto che la band propone sia dal vivo che in studio la loro consueta formula saccheggiando l'hard rock'n'roll più bluesy e sanguigno di fine anni '70, quando Rose Tatoo e soprattutto Ac/Dc stavano cominciando a prendere posizione a suon di spallate nel circuito rock internazionale. Una coerenza di stile che almeno in questa circostanza non fa rima con qualità visto che i pezzi generalmente si trascinano in maniera ciondolante, con un drumming assolutamente piatto, impostato quasi sempre su tempi slow; il quadro generale comincia ad aggravarsi se si prende in esame la performance di Chris Laut (si sarebbe preso tanti calci nel culo se Bon Scott fosse stato ancora vivo), la cui voce assomiglia a quella di un Lemmy in preda ad una forte infezione delle vie respiratorie. Poco o niente da salvare in questo cd, gli spunti di interesse sono ridotti all'osso e concentrati in un paio di tracce, nulla più. Altro aspetto purtroppo di cui bisogna tener conto nella valutazione finale è il costante utilizzo della lingua tedesca nelle liriche che può essere interpretato come segno di restare ancorati alla nazione di appartenenza denotando così anche scarsa volontà di ambire ad un palcoscenico più ampio, per di più le scadenti qualità tecniche contribuiscono non poco a completare lo scempio: a loro tutto questo può anche andar bene, noi di certo non meritiamo di assistere a questo spettacolo davvero avvilente.
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