OFFICIUM TRISTE: Mors Viri
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27/03/2013Solitamente le infosheet che le etichette discografiche allegano all'uscita di un lavoro sono sempre caratterizzate da frasi enfatizzate e aggettivi superlativi dispensati a go-go per incensare il prodotto che si sta pubblicizzando, ed ovviamente altrettanto spesso si rimane delusi perchè tali aggettivi non corrispondono a ciò che si andrà ad ascoltare. Non è questo il caso degli Officium Triste che dopo 20 anni di onorata carriera approdano al loro 'Opus Magnum', dove a dosi massicce di melodia corrispondono tristezza e struggimento che, per assurdo, rappresentano una via d'uscita, uno sfogo per scrollarsi di dosso tutte le negatività che ci affliggono. Maestose le suite di piano, solenni i riff di chitarra (semplici ma pesantissimi, catchy senza essere sputtanati - all killer no filler), tracce meravigliosamente arrangiate, produzione imponente, poderosa e cristallina. In tutta onestà, la qualità di quest'opera compete, senza sfigurare, con le pietre miliari che lo hanno ispirato (My Dying Bride in "Your Fall From Grace", "Your Heaven", "My Underworld", Katatonia "Like Atlas", Paradise Lost "Burning All Boats And Bridges") e che hanno contribuito all'epopea del genere; implementando a quanto sopra, le decellerazioni del funeral doom e l'epicità dei Candlemass "To The Gallows" con l'immensa interpretazione di Pim Blankenstein che fa della doppia voce, growling e clean vocals, uno strumento aggiunto; il refrain che ne consegue ti si stampa nel cervello e non ne esce più: I am a sinner I have to pay, My penance on this way, God will judge me. Un must per gli amanti del genere. P.S.: Rotterdoom è un neologismo coniato dai membri della band stessa che essendo di Rotterdam ed avendo il doom/death come genere di riferimento, hanno pensato bene di darsi un tocco di originalità nella definizione.
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