NIGHTWISH: ONCE
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28/05/2004Di fronte alla release di "Century Child", nell'ormai lontano 2002, le metal-heads di mezzo globo si trovarono di fronte ad un prodotto diverso che li lasciò piuttosto spiazzati. Così semplice nelle melodie, dai riff di stampo tipicamente power e pieno zeppo di ritornelli facili facili. E le orchestrazioni di una volta? Dove sono finiti quelle lunghe parti strumentali composte da velati intrecci tra strumenti? Dov'è "Wishmaster"? Il pubblico infatti sembrò non gradire questa release preferendo alla canzonette di tutti i giorni le vecchie produzioni, forse dall'ascolto meno diretto ma gonfie di significato. Così, dopo un anno di pausa, i Nightwish tornano a rimboccarsi le maniche in studio e dopo ben sei mesi di duro lavoro finalmente vediamo sul banchettino del nostro negozietto di fiducia il loro nuovo album rappresentato dalla copertina, piuttosto anonima, di "Once". Come presumibile, ci sarà chi nemmeno si prenderà la briga di ascoltare questo platter. Fan forse troppo scoraggiati per tirare fuori dalle proprie tasche un altro pezzo da venti o fan "ciceronici" capaci di sparare a zero su qualunque band compia un mezzo passo falso nella propria carriera. Per tutti gli altri che vorranno prendersi l'impegno, relativamente arduo, di comprendere i nuovi Nightwish legga quanto segue. La nuova proposta musicale del gruppo finlandese è piuttosto complessa, fatta di tanti ritorni al passato ma caratterizzata dai vecchi elementi "scomodi" che hanno composto il precedente Century Child. Questa sorta di "ibrido" tra le composte orchestrazioni dell'eclettico Tuomas Holopainen e il powerello facile degli ultimi tempi prende inoltre uno stampo decisamente più duro rispetto al passato grazie a dei riff di chitarra sempre più pesanti e ruggenti che rendono l'atmosfera molto più grintosa e accattivante. Un particolare, questo, che risalta subito fin dalle prime note di "Dark Chest Of Wonders": introdotta da riff potenti e maestose cavalcate di tastiera. La voce della bella Tarja è rimasta la stessa, pulita e soave domina la scena con eleganza e compone con sapienza i cori e le secondi voci presenti nel full-lenght. L'altro cantante, nonché il bassista della band, fa il suo ingresso nella seconda traccia intitolata "Wish I Had An Angel" con la sua voce spettrale rende l'atmosfera particolarmente curiosa. Le innumerevoli differenze compositive di questo "Once" le troviamo subito in queste prime due canzoni. La prima più arrogante ed elaborata, la seconda più consona ai canoni adottati in Century Child: dal refrain facile facile e dal sound più facile e diretto. L'atmosfera "facile" permane anche per le seguenti due canzoni: la semi-ballad "Nemo", singolo dell'album del quale troviamo un curatissimo video, e la seguente Planet Hell che non coglie propriamente nel segno. Dopo queste prima quattro tracce di apertura i Nightwish sembrano avere un inaspettato ritorno di fiamma alle vecchie melodie di "Wishmaster". Le orchestrazioni si sprecano in lunghi e complessi brani come "Creek Mary's Blood", traccia dalle mille sfumature tutte da gustare, e "Ghost Love Score". I tre brani racchiusi tra queste due canzoni sono i più significati del platter, colmi di immagini e rapidi cambiamenti di stati d'animo sapranno emozionare e coinvolgere. L'orientaleggiante "Siren" apre le porte di gran carriera alla ruggente "Dead Gardens", degna compagna della opener, e l'horror metal (già proposto nel precedente album con "Slaying The Dreamer") di "Romanticide". Questi due distinti gruppi segnano il corso di questo "Once", cercando forse il modo di convincere tutte e due le scuole di pensiero intraprese dai fan. C'è anche spazio per due ballad conclusive, l'incomprensibile "Kuolema Tekee Taiteilijan" scritta in finlandese (della quale troveremo presto una traduzione in inglese sul loro sito ufficiale) e la romatica "Higher Than Hope". Questo nuovo cambiamento di pelle rappresenta forse il futuro dei Nightwish, un netto passo in avanti rispetto al passato più vicino di Century Child ma che non è ancora a sufficienza per raggiungere i vecchi fasti di un tempo. Una nuova evoluzione che saprà incuriosire i fan vecchi e quelli nuovi, sicuramente da ascoltare.
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