NIGHTWISH: Imaginaerum
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07/12/2011Meglio metterlo subito in chiaro: questo disco è meraviglioso, decisamente più vicino a 'Dark Passion Play' che 'Once', e non è solo a causa della voce principale, ma anche per il tipo e la qualità della proposta, anche se ala fine risulta più positivo e meno "triste" del suddetto predecessore. E' pleonastico che con Annette la band ha abbandonato gioco forza la parte lirica nelle melodie, ma a tratti sembra che si sia un po' inaridita la vena sinfonica sui brani-opera, non troviamo più esaltanti sinfonie come "Ghost Love Score", oppure "Dead Boy's Poem". Per esempio abbiamo la lunga "Song of Myself" che è un omaggio al Walt Whitman de "Il canto di me stesso", ma che spreca quasi sei minuti nella recitazione delle parti salienti dello scrittore statunitense finendo per annoiare. Alla fine rimarrà forse la sola nota stonata e, difatti, nel resto del disco, orchestrazioni e sinfonie ci sono eccome! Detto questo, a parte l'intro cantanto in lingua madre, abbiamo uno splendido uno-due con l'eccellente singolo "Storytime" e "Ghost River" in classico stile Nightwish, mentre cadono in fallo sulla ballad "Slow Love Slow" dove le linee melodiche sono splendide, ma l'arrangiamento da jazz bar anni '30 è improponibile. Primo errore dunque e gran peccato. Piccola sterzata folk meets industrial in "I Want My Tears Back" dove l'intenzione del pezzo richiama i fasti di "Century Child", ed egregio il solito duetto con Hietala. Assurda, ma al contempo divertente, "Scaretale", cinematografica al massimo, la migliore per la parte sinfonica di tutto il lavoro. L'unica vera ballad "The Crow, The Howl And The Dove", ha un'aria sognante e romantica da accapponare la pelle, splendida la parte centrale. Si chiude con la sopracitata "Song of Myself" e la title track che altro non è che una sorta di medley del disco unicamente eseguito dall'orchestra. In conclusione è innegabile che siamo di fronte all'ennesimo capolavoro creato dal Sig. Holopainen, la classe, le melodie ed i momenti epici e magici si inseguono durante tutta la durata del disco, la teatralità prende sempre più piede, non è meglio o peggio dei suoi predecessori, è solamente diverso e uguale nello stesso momento. Un prodotto roboante e perfetto nel suo genere di cui i Nightwish sono gli indiscussi portabandiera. Riescono ancora a confermarsi e stupire. Quasi nessuno può fare altrettanto. E adesso aspettiamo il film!
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