MORSE, NEAL: ONE
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05/11/2004Ad un anno dal precedente Testimony, che aveva sancito la separazione dagli Spock's Beard, torna Neal Morse con un nuovo cd: questo One contiene otto tracce di progressive rock sulle tracce di quello che il nostro "tuttofare" componeva nella sua band di provenienza. Non c'è infatti nessuna sorpresa in quello che il disco ci offre: grande maestria nel comporre ed arrangiare prog songs dal velato gusto settantiano, tecnica a profusione e note che sprizzano buoni sentimenti da tutti i pori. Tutte le tracce scorrono fluidamente e senza annoiare, sopratutto l'opener "The Creation" che, a dispetto della sua mastodontica durata, riesce a tenere alto l'interesse dell'ascoltatore inalterato fino alla fine del brano; questa è una caratteristica dell'intero album che scorre fra gioia, riflessione e tristezza facendo pensare l'ascoltatore senza massacrarlo a colpa di ultratecnicismi inutili. Quello che invece lascia perplessi è quel senso di Deja Vu che si avverte ascoltando questo "One": in molti frangenti sembra di ascoltare "Snow", immortale capolavoro degli Spock's Beard; alcuni brani sembrano essere "scarti" di lusso di quella recording session. Se Neal Morse ha lasciato i suoi "compagni di viaggio" per avere mano libera nella realizzazione delle canzoni, ebbene ha fallito: la magia dei Beard non può essere ricreata senza che i suoi membri si riuniscano. Registrazione, missaggio e produzione sono di altissimo livello, l'artwork è stupendo e quelle nuvole in copertina sintetizzano bene lo stato d'animo del disco, sospeso fra gioiosi sprazzi di sole e repentini acquazzoni di tristezza.
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