MONSTROSITY: MILLENIUM
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23/12/2009Ingiustamente sottovalutato sia a suo tempo che dopo, il secondo album dei mostri floridiani esce diversi anni dopo il debutto e possiamo dire a ragion veduta che l'attesa è stata ben ripagata. Riff spaccaossa, ritmiche potenti e complicatissime e soprattutto un eccellente lavoro alla batteria. Lee Harrison, vero perno della band, è uno dei batteristi più sottovalutati della storia e basta ascoltare 'Millenium' per rendersene conto. L'album si apre con l'anonimo blast beat di "Fatal Millenium", che non tarda ad evolversi in un mostruoso vortice di tempi irregolari e beat quasi jazzisti, con bella mostra delle immense capacità tecniche dei Monstrosity nonchè dell'oculatezza compositiva, sempre logica, ponderata e mai fine a se stessa. Impossibile non trovare nei vari Spawn Of Possession e Anata frammenti di questo album. Il growl di George "Corpsegrinder" Fisher conferisce la giusta durezza al sound, orientato non alla pura devastazione, ma soprattutto alla ragionatezza ("Slaves And Masters") arrivando ad essere marcio e lentissimo in certi casi ("Fragments Of Resolution"). Bel lavoro anche da parte della chitarra solista, che senza perdersi in inutili tecnicismi riesce a mantenersi su un buon livello senza rinunciare allo stile. Splendida la produzione, ad opera del grandissimo Scott Burns, che riesce a sottolineare ogni singola nota mantenendone la patina grezza e sulfurea. Sui Monstrosity si potrebbero scrivere volumi, ma vi basti sapere che probabilmente si tratta di una delle migliori band floridiane, peccato che non tutti se ne siano accorti.
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