DROP OF MADNESS: The Ashes Of The Resurrection
data
26/04/2010Il debut autoprodotto dei baresi Drop of Madness pare un fulgido esempio di cosa non dovrebbe mai fare una qualsiasi band al suo esordio discografico. Si sa, nel metal più che in altri generi la tecnica e la professionalità dei musicisti sono una caratteristica distintiva, quindi la loro mancanza, o scarsità, tende ad emergere in maniera deleteria e molto velocemente durante l’ascolto. Superata l’intro, peraltro abbastanza evocativa, ci addentriamo nelle successive sette tracce che compongono quello che sarebbe più corretto definire e.p. piuttosto che album vero e proprio (non si raggiunge la mezz’ora), accostabili ad un power-heavy metal con lievi sfumature epic. Tralasciando i limiti in fase di produzione, non è un demo anche se autoprodotto, i due principali elementi che rendono questo debut inascoltabile sono le vocals di Fil Ronzulli, e il guitar-shredding di Carmine Ronzulli: il primo si esibisce in una prova mediocre, caratterizzata da latrati catarrosi (per quanto comicamente originali), là dove il secondo, infischiandosene del buon gusto, della composizione e del senso della misura, si lancia in solo frenetici e martellanti tapping in ansia da prestazione, esibendo inutilmente tecnica che nulla hanno a che fare con le canzoni suonate. Peccato perché "Vision Of The prophecy" e "The Wings Of Time", pur nella non originalità delle soluzioni, sono delle belle canzoni. Peccato che Ronzulli le distrugga con quello pseudo-cantato (la possiamo tranquillamente chiamare semplicemente voce), a volte pure stonato, e quei cori a due voci (sempre le sue, ahimè) che appartengono più all’amatoriale che all’universo del power metal internazionale. Con simili limiti gettarsi a capofitto in un genere solo apparentemente facile come quello dei vari Gamma Ray, Helloween e compagnia bella è stata sicuramente una leggerezza, anche se, ripeto, qualche traccia viene sicuramente centrata. La veste grafica sarebbe l’elemento maggiormente a favore di questo 'The Ashes Of The Resurrection', se non fosse che qualsiasi fan dei Gamma Ray potrebbe far notare al trio barese che questa ricalca troppo pedissequamente il booklet design di Henjo Richter (chitarrista/tastierista del Raggio Gamma, ma anche talentuoso grafico) per 'No World Order!'.
Commenti