MNEMIC: THE AUDIO INJECTED SOUL
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01/02/2005Tra le tante sorprese fioccate durante lo scorso anno, i danesi Mnemic si ponevano a mio avviso tra le più interessanti; un’ottima miscela di thrash, influenze cyber e più moderne…insomma, una sorta di Fera Factory sporchi e grezzi ma sempre vincenti nell’inserire un refrain catchy e degno di nota al momento giusto. Precisi e prolifici come ogni gruppo scandinavo che si rispetti, i cinque tornano fieramente all’attacco dell’audience metal esattamente ad un anno di distanza dal debut “Mechanical Spin Phenomena”, con qualche cambiamento piuttosto evidente, non con molto successo ad essere sinceri. Se l’incipit spezzato dell’opening track “Dreamstate Emergency” non suscita stupore, è sufficiente attendere qualche secondo per trovarsi di fronte ad una copia quasi perfetta dei Soilwork ultima maniera, compresi i riff minimal-melodici ed una voce praticamente identica a quella di Speed, fattore che si manterrà costante per l’intera durata del platter ad eccezione delle parti di voce pulita, fortunatamente più personali. Non bastasse, i tempi una volta perfetti e cronometrati vengono a dilatarsi, creando un continuum sonoro spesso dispersivo fatto di riff incollati tra loro senza apparente logica. E’ un peccato, visto che le caratteristiche peculiari della band ci sono e vengono anche sfruttate a dovere, e buoni sono anche gli elementi di novità (cfr. un’aggressività più spigliata che sfocia addirittura in parti grind, come in “Deathbox”), quello che è davvero carente in “The Audio Injected Soul” sono le strutture delle canzoni! Le idee c’erano, le capacità non ne parliamo, ma il tutto è stato inficiato (probabilmente) dalla fretta e/o dalla volontà di essere i novelli Soilwork. “The Audio Injected Soul” è buono, ma se continuano così gli Mnemic non andranno molto lontano, a meno che questa strada non li porti a guadagnare un bel gruzzoletto, cosa della quale sono pressochè certo, bontà loro. Peccato, un’altra band persa per strada.
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