Mnemic: Mnemesis
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09/08/2012A quanto pare ai danesi Mnemic non interessa più di tanto fare il proverbiale salto di qualità: partiti alla grande nel 2003 con l'ottimo debut 'Mechanical Spin Phenomena', negli anni (e dischi) successivi si sono via via assestati su livelli di stentata sufficienza a scapito di grandi capacità tecniche ed ottime idee ed intuizioni, fino ad arrivare all'odierno 'Mnemesis', lavoro che appare fin da subito stanco ed evidenzia un leggero calo nella vena compositiva rispetto al recente passato. Sia ben chiaro, pezzi da novanta ce ne sono sempre, stavolta nelle vesti dell'opener "Transcend", della splendidamente groovy "Junkies On The Storm" (forte di un riff assassino appresso al quale vi sarà impossibile restare fermi ed indifferenti), della catchy (e singolo apripista) "I've Been You" e della conclusiva "Blue Desert In A Black Hole"; inoltre, lì dove non arriva l'ispirazione giunge la prova maiuscola alle vocals di Guillaume Bideau (ormai padrone della situazione), e la mano esperta di Tue Madsen alla produzione (con suoni grassi e potenti) a donare maggior verve e a risollevare un tantino le sorti generali di un disco che, al tirar delle somme, ci lascia addosso l'impressione che i ragazzi (causa ne sia, forse, anche il rinnovo dei tre quinti della line up) si siano adagiati su rassicuranti e consolidati schemi à la Meshuggah (per quanto riguarda il riffing e le ritmiche), Fear Factory (per il versante futuristico-atmosferico) e Soilwork di 'Natural Born Chaos' (per i chorus, naturalmente) senza tentare di introdurre una seppur minima variazione sul tema che potrebbe portare una più che mai necessaria ventata di freschezza. Sia quel che sia, rimane il fatto che mamma Nuclear Blast crede ancora fortemente in loro, e quindi noi possiamo solamente sperare che gli Mnemic siano una di quelle band a carburazione lenta che vien fuori alla grande sulla lunga distanza. Nota a margine: un pò di sano orgoglio nazionale ci gonfia il petto e riempie il cuore nel constatare l'entrata in formazione nel ruolo di bass player di Simone Bertozzi, musicista proveniente dai mostruosi (in senso buono!) Gory Blister, splendida realtà extreme metal di casa nostra.
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