MINIPONY: Imago
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13/03/2018Il duo Minipony nasce nel 2012 con l’intento di proporre thrash metal. La personalità e la voglia di sperimentare della band deve aver però portato questi ragazzi a sviluppare un sound differente. Parliamo di una base sicuramente metal, volendo assimilabile anche al concetto di industrial del filone di cui sopra, unitamente al core e al più folle concetto di djent e math. Connubio di elementi, cacofonie e ritmiche che vanno oltre a certi semplicistici concetti di metal. La voce di Emilia spezza ogni dubbio sull’intento estremo, ma sperimentale del project. Espressività poliedrica, unitamente ad un vero e proprio uso “rumoristico” degli effetti sonori e degli strumenti. In taluni frangenti ravvisiamo un tratto sud americano della band, nello stile dei Sepultura di 'Roots', forse dato anche dall’origine geografica della cantante (Ecuador). 'Imago' è multiforme, materiale in continua creazione e mutazione, quasi prendesse i tratti e le emotività di ognuno di noi. Specchio di esperienze e sentimenti, il disco è l’ideale moto di reazione ad una passività che troppe volte ci vorrebbe dimentichi di noi stessi e delle nostre sensibilità. Perpetui sentimenti che da noi e verso di noi si mescolano creando un vortice, primitive e poi meditate reazioni che sublimano in suoni. Bestiali e poi tecnicamente sublimi i Minipony regalano una prestazione di qualità sotto tutti i punti di vista, senza mai restare ancorati a questa o quella realtà, ma regalando musica in totale libertà. Schizofrenici lapilli vocali colorano un calmo orizzonte, barriti di elefanti e metafore animalesche fondono idealmente natura selvaggia a quella umana, crossover che ci riporta alla mente anche System Of a Down dei tempi migliori. I brani contengono tutto ciò, condensato di folle genialità che regala fiducia per il futuro di una band dalla cultura ed apertura mentale decisamente ampi.
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