MANTICORA: THE BLACK CIRCUS PART 2 - DISCLOSURE
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15/06/2007Io ve l’avevo detto ancora tre anni fa (Leggi la recensione di “8 Deadly Sins”), i Manticora hanno dei numeri. Il combo danese giunge alla fine di questo doppio concept album intitolato “The Black Circus” godendosi l’acclamazione della stampa dopo la release del primo capitolo “Letters”. Questo “Disclosure” si dimostra degno del suo predecessore nonostante si debba registrare un leggero calo qualitativo, probabilmente imputabile alla scelta di volersi vincolare all’evolversi di una storia così lunga. I pilastri fondamentali che dominano la scena sono ancora due: la maestosa interpretazione vocale di Lars Larsen, la cui teatralità ed espressività riesce ad esprimere al meglio sentimenti come rabbia e sofferenza; e il muro di chitarre formato da Kristian Larsen e Martin Ardental (Wuthering Heights), le cui sfuriate di forte impatto, che si ispirano a padri fondatori come Blind Guardian e Iced Earth, non disdegnando accenni a due lidi così distanti come il Prog e il Thrash. Vero sipario per sfoggiare le abilità dei due è la strumentale “Haita Di Lupi”, che diviene palcoscenico anche per il giovane “guest” Andreas Lindahl (Platitude, Wuthering Heights) alle tastiere. Le cinque canzoni presenti sono tutti di valore e non pagano dazio per la loro eccessiva durata, forti di un songwriting vario ed interessante che articola gli ascolti di brani come “Beaty Will Fade”, pezzo diretto e forte di un ritornello avvincente, “When The Soulreapers Cries”, migliore del lotto, e la conclusiva “Of Madness In Its Purity”, che più risente dell’influenza dei bardi di Krefeld. Di fronte a questo “Disclosure” possiamo recriminare poco o nulla, i Manticora con questa doppia release hanno dimostrato di saper far musica ad alti livelli e di risultare sempre interessanti, anche di fronte alle tematiche oscure di questo “circo nero”. Adesso però è davvero giunto il momento di fare il passo che conta…
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