MANTICORA: Safe
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13/10/2010Il settimo lavoro dei danesi può essere tranquillamente sintetizzato dall’opener: un connubio di power metal prossimo agli Iced Earth, ovvero pesantemente influenzato da ritmiche e riff thrash-oriented, mai dimentico della melodia quando si tratta d’inanellare i chorus. La potenza dell’ugola di Lars F. Larsen non si concede un attimo di pausa se non per il breve break acustico-elettrificato che quasi taglia a metà la lunga suite conclusiva. E’ proprio nella title track che emerge, anche se davvero lievemente, l’aspetto più epico (orchestrale, come recita l’info sheet promozionale, è un termine decisamente esagerato) di 'Safe' che ha, nella ripetitività di determinate soluzioni, anche a livello squisitamente sonoro, un enorme limite. Forse invalicabile. A peggiorare il tutto la scelta di spalmare l’enormità di riffoni taglienti e ritmiche serrata su tracce che, in media, non scendono sotto i sette minuti offrendo al loro interno pochissime variazioni da giustificare tale minutaggio. Dopo quasi quindici anni di incessante lavoro e sette albums alle spalle si poteva fare qualcosa di più, soprattutto avendo dalla propria parte un grosso professionista come Tommy Hansen e degli studi di registrazione come i Jailhouse. Offrire al proprio pubblico (cercando contemporaneamente di allargarne un po’ la base) un lavoro più vario che, mantenute intatte le qualità tecniche dei singoli componenti e la brutalità dell’approccio musicale, si aprisse ad influenze più epiche, più orchestrali (le tastiere sono un mero tappeto in sottofondo) e più in linea con il fattore melodico che da sempre caratterizza i Manticora, sarebbe davvero auspicabile.
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