MACHINE HEAD: THE MORE THINGS CHANGE
data
27/10/2005Il lato musicale di “The More Things Change”, secondo parto dei californiani Machine Head, riflette alla perfezione ciò che è rappresentato nell’immagine di copertina, due mani sporche che rovistano nella nuda terra. La stessa identica cosa che fanno Robb Flynn e compagni in questa seconda fatica che segue il fondamentale “Burn My Eyes”, uno dei dischi più venduti della storia Roadrunner e anche uno degli album metal più importanti in assoluto, almeno per quanto riguarda il periodo dagli anni ’90 in poi. “The More Things Change” fu, ed è ancora, un disco molto controverso, forse ancor più che il seguente “The Burning Red”. La band, piuttosto che continuare sul percorso tracciato con il primo lavoro, appesantisce e rende decisamente più oscura la sua proposta musicale, rendendo effettivamente ostico l’ascolto. E’ un platter che va metabolizzato bene questo, per via della sua pesantissima e plumbea atmosfera e per il minutaggio non indifferente dei brani. In apertura troviamo la temibile doppietta “Ten Ton Hammer” e “Take My Scars” (tuttora dei classici nei live set della band), che conciliano ritornelli ‘melodici’, virgolettato d’obbligo, e riff pesanti come macigni. Un inizio davvero mozzafiato che è solo il preludio al resto; se “Struck A Nerve” è sostanzialmente un brano thrashcore di stampo classico, si tratta dell’unica concessione alla velocità insieme a “Bay Of Pigs” visto che tutti gli altri brani, intrinsecamente grandiosi, sono delle badilate sulla testa che difficilmente scorderete, in particolar modo “Spine”, “Violate” e l’epica conclusiva “Blood Of The Zodiac”. Memorabili, in tutto questo ben di Dio, gli ottimi assoli di Logan Mader, a volte affiancato dal buon Flynn, i testi e la terremontante prova dietro i tamburi della new entry Dave McClain, che fa dimenticare senza troppi rimpianti il comunque ottimo Kontos. Sottovalutato, dimenticato, tralasciato. Sarà, ma “The More Things Change” è una fucilata a pallettoni sulle parti intime. Impossibile rimanere incolumi.
Commenti