M.O.D.: U.S.A. For M.O.D.
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24/07/2005Primo album per gli statunitensi Method Of Destruction, allegra brigata messa in piedi dal corpulento Billy Milano a metà degli anni ottanta, in piena era thrash metal dunque. Ed è proprio il movimento simbolo degli eighties a fare da rampa di lancio per la proposta dei MOD, anche se l’indole demenziale propria della band prende spesso il sopravvento, e allora anche il thrash più classico e primitivo va a farsi benedire, in favore di un demenzial-core arrembante, magari non molto fantasioso dal punto di vista musicale, ma sicuramente originale per ciò che riguarda le lyrics. A rendere interessante questo progetto è proprio la bivalenza della musica dei MOD i quali alternano la violenza del thrash più becero a soluzioni molto meno serie, dei divertissement che non avrebbero sicuramente vita lunga se estrapolati dal contesto in cui si trovano: pensiamo ad esempio ad un album fatto interamente di pezzi sulla scia di “Short But Sweet”. Di metallico ci sarebbe effettivamente poco. Tra i brani simbolo di questo “USA For Mod” va sicuramente ricordata l’opener “Aren’t You Hungry?”, che con la successiva “Get A Real Job”, “Let Me Out” e la debordante “Spandex Enormity” mostra quante siano le affinità che il gruppo di Billy Milano ha con i più quotati Anthrax: non a caso Scott Ian appare qui in veste di ospite. E non a caso è proprio dalle menti di Milano e Ian che nasceranno i S.O.D. Certo che prima di trovarsi faccia a faccia con la verve dei M.O.D. bisogna prendere le dovute precazuzioni: testi fortemente volgari come quello di “A.I.D.S.” (Analy Injected Death Sentence) possono risultare indigesti ai più. Allora tanto vale concentrarsi sull’ironia più velata che caratterizza “Don’t Feed The Bears” o sulla filosofica “Ode To Harry” (potremmo vivere tutti più a lungo guidando una Cadillac). In definitiva un lavoro simpatico, ma non certo indispensabile, che piacerà sicuramente più ai thrasher incalliti che ad altri.
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