LONG DISTANCE CALLING: Eraser
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04/02/2023Ad oltre quindici anni dall’ingresso nella scena underground che ha come minimo comune multiplo il post rock ed il progressive metal, i Long Distance Calling sono una delle band più chiacchierate del macrocosmo alternativo tanto da farsi accaparrare prima dalla InsideOut Records, ed ora dalla Earmusic, label dei Deep Purple, Alice Copper e Marillion giusto per citarne alcuni. Negli ultimi lavori i tedeschi si erano fatti influenzare da alcune pesi massimi del rock, vedasi i Pink Floyd per 'Boundless' targato 2018, mentre per il disco in questione balzano subito all’orecchio i Porcupine Tree in “Giants Leaving” e “Landless King” con il loro songwriting diventato un trademark riconoscibile che lentamente e progressivamente sale di intensità - “Blood Honey”. Il post rock resta struttura centrale nello sviluppo dell’opera, a volte graffiante come in “Kamilah”, “500 Years” e “Blades”, con qualche divagazione industrialoide, altre volte più blando e mellifluo come in “Sloth” (il sax richiama echo degli inglesi Cousteau), ma sempre ondivago, mai fine a sè stesso, e come al solito non hanno paura di sporcarsi le mani scendendo nel post metal più spigoloso (“Eraser”). Band che rappresenta una certezza in termini di qualità rigorosamente strumentale che non impegna particolarmente durante l’ascolto, ed è di ottima compagnia.
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