LIVING DEAD LIGHTS: BLACK LETTER
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11/03/2014Fred Archambault (Avenged Sevenfold, Deftones), David Sprent (Bob Dylan, Alice Cooper) e Tom Baker (Nine Inch Nails, Marilyn Manson, Rob Zombie), tre guru mondiali al servizio di una band: non capita spesso vero? Sicuramente sono personaggi che hanno l’occhio lungo nello scoprire talenti, come nel caso dei Living Dead Lights. Un quartetto statunitense dalle idee ben chiare, seguito da una label italiana – GB Sound – e pronto a scalare le classifiche con il loro debutto discografico intitolato 'Black Letters'. Un disco molto ambizioso che porta in trionfo l’alternative rock a stelle e strisce e che non mostra alcuna sbavatura. Non è avventato dire che questo prodotto potrebbe essere posto tra i migliori lavori del 2014, al suo interno ci sono infatti tutte quelle caratteristiche che fanno di una band qualcosa di facilmente distinguibile dalla massa, potenza, ruffianaggine, melodia, adrenalina e la giusta dose di cattiveria. I Living Dead Lights sono cresciuti con alti dosaggi di punk-rock e rock’n’roll, generi che hanno sicuramente influenzato i quattro ma che al tempo stesso non hanno tolto loro la voglia di sperimentare a più non posso. E allora si aprano le danze, con l’incedere della martellante "I’ll be your Frankenstein", con l’adrenalinica "It’s Drowning In My Veins", con la super hit radiofonica "This Is Our Evolution" e con un'altra decina di singoli da paura. La capacità di sfornare singoli, per l’appunto: se c’è una dote che rende unici i Living Dead Lights è proprio quella di saper rendere radiofonica e commerciale ogni singola nota che passa nelle loro teste, sia che essa sia più melodica e incline a una ballata (vedi "Johnny"), sia che essa sia più diretta e "live" nel mood ("Amerikan Eyes"). Al tutto – come dicevamo in apertura – aggiungeteci il lavoro fatto dal tris d’assi in cabina di regia (al quale aggiungiamo nelle vesti di manager Doug Goldstein, al lavoro coi Guns N’Roses nel loro periodo d’oro), abili nel dare impatto e groove a brani semplicemente perfetti dalla nascita. Un gran disco, insomma, il classico prodotto che si è soliti ascoltare in loop nei viaggi intonando ritornelli, o in qualche party ad alto tasso alcolico dove il bisogno di muoversi a ritmo di rock’n’roll è alto.
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