LAMB OF GOD: WRATH
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02/03/2009Ormai i Lamb Of God sono diventati enormi, e non si può più misurare le loro uscite ragionando come se fossero ancora i ragazzi che aiutarono a dar vita alla new wave of american metal con i fondamentali 'New American Gospel' e 'As The Palaces Burn'. Blythe e soci sono ormai abituèe delle classifiche americane e internazionali, di essere supporter di Metallica, Slayer e chi più ne ha più ne metta. Le aspettative per Wrath erano molto alte, soprattutto dopo il successo strepitoso di 'Sacrament', e il quintetto della Virginia ha sfornato, ancora una volta, un disco monolitico, anche se lontano dalla perfezione. A partire dalla produzione, forse fin troppo grezza (date un ascolto al charleston e al rullante di Chris Adler, forse il più penalizzato dal mix), è la maggior parte dei brani a mancare di incisività. Sia chiaro; 'Wrath' da la merda alla maggior parte dei wannabes in circolazione, ma dai LoG è lecito aspettarsi di più. Non mancano comunque i brani già dati per classici; l’opener "In Your Words", "Set To Fail", "Broken Hands" (brano migliore del disco, concentrato impeccabile di tutto quello che sono i Lamb Of God) o "Everything To Nothing", peccato invece per "Reclamation" che nel fare troppo il verso a "Vigil" e "Omerta" fallisce nell’eguagliarle. Pollice in su per le evocative parti acustiche, ed è bello sentire Blythe tornare a parlare di temi politici e sociali, come ai bei tempi. Insomma, non un capolavoro, ma certo un discone. A volta la linea che li separa è sottilissima, e 'Wrath' ci cade proprio sopra.
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