LAMB OF GOD: AS THE PALACES BURN
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25/01/2006Già avviati sulla strada del successo nel metal moderno americano, i Lamb Of God (ancora per poco su Prosthetic Records) danno alle stampe “As The Palaces Burn” dopo il validissimo “New American Gospel” e gli esordi Burn The Priest. “As The Palaces Burn” definisce con esattezza quale sarà poi il percorso seguito dalla band, un thrashcore pesantemente influenzato da Slayer e Pantera, fatto di riff quadrati, un wall of sound di rara potenza imbastardito dalla peculiare ugola hardcore di Randy Blythe e da accelerazioni fulminee. Una band la cui musica non va ascoltata, ma fatta passare sopra il cadavere delle proprie orecchie; sarebbe sufficiente la doppietta di apertura “Ruin”/”As The Palaces Burn” a demolire con grazia il vostro apparato auditivo. I cinque statunitensi scoprono le carte fin da subito, conciliando una perizia strumentale chirurgica con la potenza degna di un carroarmato, il tutto affidato alle sapienti mani di produttore di Devin Townsend. Non ci sono molti brani sottotono nel corso del platter, e la media qualitativa è davvero alta. In un’apoteosi del genere, sono proprio i gioielli a spiccare; “Ruin”, “11th Hour”, “Take You Away”, "In Defense Of Our Good Name" e la conclusiva “Vigil”, tuttora il miglior brano mai scritto dai Lamb Of God (e che rischia di essere anche il miglior brano mai scritto da band statunitense negli ultimi dieci anni!), un commovente affresco di sludge-core che mette i brividi ogni volta che fuoriesce dalle casse. Fermo restando che l’acquisto di “As The Palaces Burn” andrebbe effettuato solo a causa di questa track, e considerando che il ‘contorno’ è di livello altrettanto eccelente, cosa continuo a blaterare?
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