HOUSE OF LORDS: CARTESIAN DREAMS
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30/09/2009Tutto sommato possiamo beatamente definire "Cartesian Dreams" come il terzo disco della definitiva rinascita. Lavoro che va a completare un trittico di grande spessore qualitativo, anche se percettibilmente calante con lo scorrere degli album: da "World Upside Down" a quello in oggetto, passando per "Come To My Kingdom", James Christian e soci hanno ripassato la formula vincente svariate volte risultando in qualche modo autoindulgenti. Abuso, per modo di dire, ancora più evidente in questa nuova prova dato che i nostri rockeggiano più "in your face" che nei precedeni lavori, lasciando poco campo alla pomposità ed agli arrangiamenti di classe cui siamo abituati ascoltare. In tal senso è emblematica "Born To Be My Baby", sia nel contenuto, sia nel titolo, con la sua ruvidezza quasi primordiale. Approccio che in buona parte tratteggia tutte le composizioni. Perchè se sono manifesti i tocchi cristallini e le progressioni melodiche note, è pur vero che il fulcro centrale del disco appartiene a quell'hard rock a stelle e strisce che conosce pochi compromessi. Ad ogni modo, c'è comunque motivo per esultare man mano si avvicendano i brani. "Desert Rain" è un pugno dorato nello stomaco della - fasulla - guerra in Iraq; "Sweet September" rappresenta l'essenza della ballatona romantica, mentre "The Bigger They Come" ha tutti i presupposti per diventare la preferita del disco: galoppante, travolgente, emozionante. A rendere poi il gioco ancora più piacevole, non è mai scontato dirlo, ci pensa l'intera squadra con a capo, ovviamente, Christian, coadiuvato da Jimi Bell e Bj Zampa, fedeli gregari i quai rendono "Cartesian Dreams" un lavoro superlativo anche in fase di esecuzione. Insomma, una conferma, anche se con una piccola riserva, che non farà fatica ad entrare nei cuori di chi si nutre l'anima a forza di pane e hard rock melodico. Di quello fisico, ma strettamente elegante. Bollente, ma perdutamente "sofisticato".
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