Jay Smith: King Of Man
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16/06/2014La Svezia ci ha abituati alla buona musica già da tempo, padroni incontrastati in Europa per quanto riguarda la fucina di talenti che tira fuori nell'ambito rock, e dove Jay Smith è uno di questi. Nel 2010 sforna il suo primo album omonimo e diventa subito disco di platino; il biondo ragazzone ci riprova con questo 'King Of Man', andiamo a vedere di cosa si tratta. Dodici tracce di buon modern rock, con Jay che decide di lanciare il singolo con annesso videoclip ben girato della title-track. Una cantilena nordica, atmosfere tetre supportata dalla sua voce ruvida e penetrante, e sia chiaro, non scimmiotta Chad Kroeger dei Nickelback. Jay ha qualcosa di suo davvero interessante. L'album scorre senza intoppi, arrangiato in maniera deliziosa, strizza l'occhio al pop più di una volta ed in "Keep Your Troubles At Bay" si lascia trasportare dal ritmo be-bop a stelle e strisce. Rivolta gli accordi di "La Grunge" dei ZZ-Top in "Ode To Death (Little Sister)", e gli dona un'atmosfera jazzy con tanto di fiati e coriste finte black: esperimento mal riuscito. Non sono degne di nota a nostro avviso le ultime tracce, senza un vero senso, scritte con molti artifizi per piacere al pubblico, ma con il risultato di un accozzaglia di idee discrete. Un'album partito bene e che si è fermato giusto a metà, calcolando che è solo il secondo disco, si tratta comunque di un buon lavoro.
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