IRON SAVIOR: Skycrest
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03/12/2020Nel vasto panorama power metal di estrazione teutonica un occhio di riguardo se lo meritano senza alcun dubbio gli Iron Savior, band venuta fuori come frutto dell'amicizia che ha legato due personaggi come Kai Hansen e Piotr Sielck, senza tralasciare l'iniziale apporto di Thomas Stauch, uscito praticamente subito dopo l'esordio. Successivamente anche Kai ha alzato bandiera bianca, per cui la formazione teutonica ha praticamente fatto perno unicamente sulla figura del frontman Piotr che porta avanti imperterrito da quasi venticinque anni il progetto, tra buone (se non ottime) realizzazioni e qualche passaggio non certo memorabile dovuto ad una certa staticità della proposta, in particolare negli ultimi episodi. 'Skycrest' tuttavia ci porta questo ensemble ai livelli più elevati perlomeno da cinque/sei anni a questa parte grazie ad una ritrovata verve che negli utlimi sembrava essersi un po' assopita in un clima di dorata mediocrità, se così la vogliamo definire. Se il terzetto dei brani iniziali si presenta senza infamia e senza lode, già da "Souleater" si evidenzia un rinvigorimento del sound e un assalto finale in doppia cassa che fa ben sperare, tali miglioramenti si palesano poi nella più melodica "Welcome To The New World" dal refrain in risalto ma con una ritmica bella tirata, confermata poi da "There Can Be Only One" e dalla frenetica "Silver Bullet". "Raise The Flag" vede i nostri muoversi in un hard rock dal taglio smaccatamente U.S.A e i brillanti risultati sono la dimostrazione di saper muoversi in un raggio più ampio, è la ballad "Ease Your Pain" l'unica traccia a non convincere, ma si tratta di una piccola smagliatura che certamente non intacca il profilo di un artista (non un fuoriclasse) sempre e comunque da onorare per il nobile servizio alla causa dell'heavy metal, un vero modello di integrità artistica da ammirare e da prendere come esempio per le giovani generazioni.
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