IMMOLATION: DAWN OF POSSESSION
data
04/09/2008Primi anni Novanta: la scena metal "mainstream" inizia a risentire di una certa stanchezza e molte delle band che nel decennio appena trascorso avevano impazzato si trovano in un attimo di smarrimento. I Metallica cambiano genere spiazzando tutti, gli eccessi dei vari Axl Rose, Dee Snider e Nikki Sixx sembrano aver stancato i più, l'NWOBHM è drammaticamente spacciato, i fan degli Iron Maiden iniziano a temere che per gli Dei del metal sia arrivato il crepuscolo, per i vari Testament, Megadeth e Anthrax arriva il momento di cambiare le carte in tavola e i Pantera impartiscono una nuova lezione alla musica e a se stessi. Questa fase di assestamento del metal è stata l'humus perfetto per la svolta estrema: dopo essere nati e cresciuti nei meandri più scuri e marci dell'underground, le terribili e malvage creature del metal estremo cominciano a mostrarsi in superficie. E' in questo periodo che i discepoli dei vari Venom, Slayer, Possessed, Necrovore, Celtic Frost e compagnia bella fanno la loro apparizione: i Death pubblicano 'Scream Bloody Gore', i Morbid Angel 'Altars Of Madness', i Deicide l'omonimo, i Cannibal Corpse 'Butchered At Birth' senza contare poi i vari Obituary, Dismember, Grave, Hipocrisy, Suffocation e via dicendo. E tra questi c'erano anche i newyorkesi Immolation, che con 'Dawn Of Possession' fanno il loro battesimo di sangue. I demoni stupratori della copertina avvertono l'ignaro ascoltatore che le sue orecchie stanno per fare la stessa fine delle "angelesse" finite tra le loro grinfie. A dire il vero, più che di stupro parliamo di amore violento, perchè nella sua ferocia e imprevedibilità, le dieci tracce di 'Dawn Of Possesion' sono tutto fuorchè una sofferenza per chi ascolta. La terrificante e cavernosa voce dell'inossidabile Ross Dolan danno il benvenuto dopo che gli ottimi Rob Vigna (uno de più grandi chitarristi del genere) e Tom Wilkinson hanno iniziato il loro lavoro di implacabile costruzione di riff potenti, tecnici e velocissimi. Senza pensarci troppo, ci si trova davanti agli imprevedibili cambi di tempo della mazzata morbidangeliana "Despondent Souls", brano dalla forte componente tecnica e violenta, dove star dietro all'intricatissimo riffing degli axe-man diventa una vera questione di riflessi mentali, soprattutto in episodi come "No Forgivenesss (Without Bloodshed)" e l'impressionante "Burial Ground". Altro brano da segnalare è la lunga ed articolata "After My Prayers", che definire imprevedibile è dir poco. La bellezza di questo album, poi, sta nel fatto che non si ha un attimo di noia: i riff sono cattivi e grezzi quanto basta, nonostante la forte componente tecnica che non risulta mai fine a sè stessa o esagerata. Anche la produzione, sporca e cupa quanto basta, ci mette del suo, sottolineando alla perfezione la forte carica anti-religiosa e "deicida" (ma non blasfema) dei testi. Non c'è davvero molto da aggiungere, se non che 'Dawn Of Possession' è solo l'inizio della carriera di uno dei mostri sacri del Death metal, nonchè un esempio di quanto fosse perfetto lo stato si salute del genere negli anni Novanta.
Commenti