HUMAN FORTRESS: Reign Of Gold
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07/01/2020Dopo un periodo in cui la band germanica ha piazzato sul mercato discografico una serie di lavori mediocri, se non scadenti, culminati con 'Raised Land', 'Thieves Of The Night' recuperava almeno in parte la vena artistica di “Lord Of Earth And Heaven’s Heir” e “Defenders Of The Crwon” due cd che trovano ancora spazio nel cuore dei fan, le aspettative di un ritorno in grande stile degli Human Fortress erano assai elevate, aspettative ahimè rispettate solo in parte con il risultato di trovarsi assai distanti dal momento d'oro del passato più remoto. Confermato al microfono Gus Monsanto, autore di una buona prova senza particolari sussulti, il combo dà vita a una decina di brani (più intro) ricchi di buoni spunti epici che si evidenziavano già nel precedente lavoro ma oggi contraddistinti da una qualità compositiva non sempre di adeguato livello. Se in "Thunder" e nella successiva title track spicca quel piglio dinamico rafforzato da melodie dall'impatto immediato già a partire da "Lucifer's Waltz si denotano i primi segni di stanchezza, ritmi più compassati e l'inserimento di elementi folk/medieval messi a volte un po' alla carlona che riducono l'incisività di gran parte dei brani restando confinati nella mediocrità pur risultando non sgradevoli bensì scontati. Ci si risolleva nel finale con la galoppante "Legion Of The Damned" più rivolta al symphonic power ma da una band che aveva prospettive molto rosee dopo un inizio sfolgorante era lecito attendersi ben altri responsi.
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