HOUSE OF LORDS: THE POWER AND THE MYTH
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09/03/2004Per il sottoscritto, e credo per molti altri, uno dei come-back più attesi. Ma l'attesa, ahimè, è stata vana. Dopo tre dischi enormi che hanno impreziosito la discoteca di una foltissima schiera di chic-rocker sparsa per il globo, "The Power And The Myth" la oscura gettando su di essa una coltre fumosa che sgrazia all'inverosimile la Bellezza dell'illustre passato. Una delusione senza mezzi termini, infoiata da più ascolti nella speranza di essermi sbagliato a valutarlo dopo i primi, ma tristemente confermata dopo avere letteralmente solcato il cd.
Abbandonata dal mentore e formatore Gregg Giuffria, la cui assenza si fa spietatamente sentire e rimpiangere, la band si mostra smarrita e flaccida. Si trascina lungo il percorso del disco stancamente come se avesse un enorme peso sulle spalle difficile da scrollarsi. I punti deboli che rendono attaccabile il disco sono tanti, davvero. Come una fortezza ormai in balia di se stessa ancor prima di subire l'assalto finale.
Si parte dalle canzoni che sembrano b-side di altre b-side, prive di ispirazione e spompate all'eccesso(complice anche una produzione al limite del ridicolo). Molte si fermano immobili sul fondo del mare che separa questo dall'ultimo disco in studio, altre galleggiano a mezz'acqua in attessa che qualcuno/qualcosa le porti in superficie, gravide come sono di inestimabile obesità compositiva. Si passa, poi, alla prestazione dei singoli membri, quasi tutti svogliati nei quali è palesemente riscontrabile la loro natura di session-man più che di membro effettivo di una band: Christian vola pesantemente basso, la sua ugola appare castrata, priva del carisma e della carica che ne hanno fatto la sua fortuna; Cordola si limita ad un elementare, algido compitino riempitivo senza mai emozionare; Ken Mary, praticamente, "suona la batteria". E le keys? Appunto! Dove sei, Gregg? Dov'è finita la magniloquenza delle tue composizioni? La magia pomposa e teatrale dei tuoi tasti d'avorio? La classe sconfinata dei tuoi arrangiamenti? Gli House Of Lords non sono praticamente nulla senza di lui, ed il disco in questione è la testomonianza diretta di quanto sia vero. E si arriva dove, per finire? Lì dove erano poste le speranze: nell'attesa. Mi piace ancora pensare che il nuovo disco degli House Of Lords debba ancora uscire. Vorrei si trattasse di una sorta di disco di scarti per colmare la lunga assenza dalle scene, un disco apripista(si, avrei perdonato anche questa abile mossa commerciale) per quello che sarà, effettivamente, il nuovo disco.
Oggi è un giorno triste, sconsolante...
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