ATLAS PAIN: Tales of a Pathfinder
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30/03/2019Seconda fatica discografica per gli italianissimi Atlas Pain. Il loro è un epic metal dalle tinte folk e dalla velocità e vivacità power. Connubio già visto in realtà quali Equilibrium ed Ensiferum, con talvolta alcune tonalità marinaresche in stile Alestorm. Ciurma che festeggia su un ponte di una nave e che poi continua con goliardia a celebrare in una foresta incantata. C’è un non so che di fiabesco nelle melodie del progetto, creature fantastiche che compaiono e ruggiscono di fronte ai nostri occhi. Non manca il tratto più estremo in Tales of a Pathfinder, stilisticamente abbracciando le vocalità dei Finntroll e le coralità da cambusa del pirate metal. Aspetti strumentali tendono sempre ad un crescendo che pone l’accento sull’espressività epic del disco, bagliori che tendono anche all’heavy e che esaltano la fruibilità del prodotto. Tales of a Pathfinder è capace di abbracciare un’ampia gamma di ascoltatori, freschezza e vivacità che guarda al lato più guascone del folk ma che non sempre riesce a trasmettere quell’emotività e profondità che il filone pagano in genere può raccontare. Non ravvisiamo vere e proprie soluzioni personali, seguendo rotte già intraprese gli Atlas Pain approdano ad un porto sicuro, coinvolgendo ma non travolgendo con entusiasmo. Tecnicamente il lavoro è ineccepibile, come del resto la produzione supportata da una label attenta come Scarlet Records. Quest’aria da gaudente cantore della band a lungo andare può non essere apprezzata da chi va ricercando sensibilità diverse, magari più malinconiche e sofisticate. L’accento “festaiolo” del folk e del power potrebbe in futuro essere ancora connotazione importante, unitamente però ad una ricerca più matura e strutturata della definizione pagan del sound del gruppo. Incontestabilmente impressa la positività ed adrenalina di cotesto epicureo menestrello, il cui limite, a livello strettamente di sound, resta la prerogativa ludica della proposta. Tales of a Pathfinder è uscita di spessore, esuberanza che non ci permette di rimanere inerti, contagiandoci anche dopo molti ascolti. La strada da percorrere è ancora lunga, vedremo come i ragazzi sapranno in caso evolvere, complimentandoci con loro per ardore e spontaneità.
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