HORNWOOD FELL: My Body, My Time
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01/03/2018Dalla ridente Soriano nel Cimino arriva questa formazione a due elementi, giunta alla sua terza fatica. Anche se il termine "avantgarde" è ormai frequentemente in uso in ambito black metal, e ciò che più probabilmente salta in mente all'ascoltatore all'udire questa definizione è un'evoluzione melodico/progressiva norvegese del genere Arcturus o Vulture Industries, qui siamo in tutt'altri territori. Da un punto di vista sonico gli Hornwood Fell ritengono i tipici stilemi black metal, tra parti tirate e passaggi piu meditati. Ciò che rende questo lavoro avanguardistico è in parte il cantato, che ha abbandonato del tutto la matrice black per assestarsi su un vocalizzo pulito collocabile fra i già citati Vulture Industries e i Voivod di 'Nothingface'; in parte l'uso spregiudicato di tutta la varietà stilistica che il genere ha saputo partorire negli ultimi venticinque anni: al fianco delle influenze che più giustificano la collocazione stilistica dei nostri, non mancano passaggi in cui eccheggia anche qualcosa come il minimalismo di Burzum, senza contare la riconducibilità di questa band nostrana al black in senso stretto, dato che, pur in un contesto più ampio, ne conserva caratteristiche e impatto sonoro. In conclusione siamo in presenza di un prodotto intrigante, ancorchè spiazzante al primo ascolto, che esplora un percorso nuovo per spingere in là i limiti di un genere che già è stato prolifico in questo senso. Non era facile trovare un modo nuovo per interpretare questo inpulso avanguardistico. Una pubblicazione che merita approfondimento e un numero superiore di ascolti di quelli che preludono ad una recensione.
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