HELSTAR: THE KING OF HELL
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30/09/2008Contro ogni tendenza, contro ogni rischiosa prevedibilità, i texani Helstar sfornano il loro nuovo disco con una fedeltà sconcertante a quello che da 19 anni è il loro progetto: un U.S. Power con forti matrici Thrash ed inserti Epic. Anzi, non solo non cedono alla facile tentazione di seguire tendenze di facile vendita, ma appesantiscono ulteriormente il loro sound aumentando in maniera notevole gli inserti più prettamente Thrash, soprattutto nella sessione ritmica. Il risultato è un disco dalle sonorità taglienti, pesante al punto giusto, scandito da ritmiche massicce e da linee melodiche irruenti; il tutto incorniciato da un songwriting che, sebbene abbia un chè di "altri tempi", sicuramente non è tacciabile di scarsa creatività. E' anzi notevole come l'esperienza abbia portato la band verso la composizione di architetture sempre più complesse, con intrecci e cambi di sicuro impatto; ne risente un po' la semplicità d'ascolto, ma non tanto da rendere l'album di difficile digestione. Non siamo davanti a pezzi che ti entrano subito in testa e non ti scordi più, piuttosto si tratta di un disco che richiede numerosi ascolti per assimilarlo; ciononostante la fase di "digestione", seppur come detto non breve, non risulta "pesante", quanto piuttosto piacevolmente lunga. Dispiace in fondo che non siano presenti canzoni di livello "superiore", quelle che rendono un disco indimenticabile; nel complesso però non si evidenziano sbavature nè cadute di stile, quanto piuttosto una costante capacità di composizione ed esecuzione a livelli quanto meno convincenti. In parole povere, album non semplicissimo ma più che degno. Un buon centro.
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