HELLOWEEN: RABBIT DON'T COME EASY
data
19/05/2003Alzino la mano quelli che davano qualche chance agli Helloween dopo la "cacciata" di Uli Kusch e Roland Grapow ad opera di quel "simpaticone" di Weikath. Io non ero certo tra questi, soprattutto dopo aver sentito l'ottimo "Masterplan" dei due suddetti musicisti. E invece... invece il buon Weiki riesce ancora una volta a stupirci, con un album che si pone a metà tra l'allegria spensierata dei due "Keeper" e le atmosfere cupe dell'ottimo "The Dark Ride". L'opener, il singolo "Just A Little Sign", entra direttamente nella mente di chi ascolta e non ne esce più... allegra, veloce e tipicamente Helloweeniana! Si prosegue con "Open Your Life", altro pezzo piuttosto tirato che a mio avviso si pone un gradino sotto il primo brano, pur non demeritando. "The Tune", scritta da Weikath, rispecchia esattamente tutto ciò che Weikath ha sempre fatto: Happy Metal! I primi dolori, ahimè, arrivano con "Never Be A Star": per carità, il pezzo è bello e trascinante, ma il riff iniziale ricorda un po' troppo quello di "Perfect Gentleman"... auto plagio? Forse... anche perchè la successiva "Liar" assomiglia in maniera inquietante alla simil-thrash "Push". Peccato, perchè quest'album sarebbe veramente ottimo... ma andiamo avanti. "Don't Stop Being Crazy" è la classica ballad che non poteva mancare... ma in questo caso è una vera e propria perla, soprattutto per merito dell'ottima linea vocale di Deris, che non cade nella tentazione di creare zucchero e miele, ma azzecca alla perfezione gli ingredienti per uno dei lenti più belli mai scritti dalle Zucche. Che Weikath soffrisse -e parecchio- la presenza nel songwriting di Grapow e Kusch si nota decisamente nella successiva "Do You Feel Good", forse il pezzo più bello del CD. Ragazzi, sono tornati gli Helloween, è davvero il caso di dirlo, ascoltate questo brano!! "Hell Was Made In Heaven" e "Back Against The Wall" sono due pezzi maligni, che richiamano alla mente lo stile di "The Dark Ride"... niente male, ma non sono certo le due canzoni più riuscite. Il penultimo brano, "Listen To The Flies", è abbastanza strano... la mano di Deris si nota, questo pezzo richiama quasi alla mente il gruppo nel quale Deris militava prima di entrare a far parte degli Helloween, i Pink Cream 69. Ma la soprpresa vera arriva con la canzone finale, "Nothing To Say", scritta da -indovinate un po'- Weikath! Hard Rock per quasi tutto il brano (e fin qui niente di strano)... ma con inserti REGGAE!!!!! Il risultato fa in parte sorridere, ma si lascia apprezzare... se non altro per il coraggio della sperimentazione! Direi che tra tutti i lavori delle Zucche, questo è quello in cui più fortemente Weikath è riuscito a imporre il suo marchio... e, date le premesse, bisogna dire che ha fatto un ottimo lavoro! Eccellente anche Andi Deris alla voce (ok, non sarà mai come Kiske, ma in fondo è proprio quello che vuole, no?), così come la "new entry" Sasha Gerstner alla chitarra, che si è subito inserito nell'atmosfera dei padri del power metal. Una menzione particolare la merita Mikkey Dee dei Motorhead, che si è prestato a registrare tutte le parti di batteria, dopo le sfortunate vicende che hanno convolto Mark Cross, inizialmente selezionato come batterista. Ora gli Helloween hanno definitivamente accolto nel gruppo Stefan Schwarzmann (ex Running Wild).
Commenti