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HEAVENLY: CARPE DIEM

data

13/02/2010
84


Genere: Melodic Power/Speed Metal
Etichetta: AFM Records
Distro:
Anno: 2009

Li avevamo lasciati nel 2007 alle prese con la release di un disco, 'Virus', che rappresentava per i neo-beneamini d'oltralpe la nascita di una nuova line-up dopo che tre dei cinque membri della fortunata formazione che aveva composto un capolavoro come 'Dust To Dust'hanno abbandonato Charley Corbiaux, chitarrista, e Ben Sotto, cantante, al proprio destino. E come avevamo pronosticato dopo aver gettato le basi, delle buone basi, per il rilancio adesso è il momento di parlare di questo nuovo 'Carpe Diem' il quale, come da titolo, coglie l'attimo ed arriva prontamente a rilanciare gli Heavenly verso il limbo di quelli che contano davvero. Dopo le cannonate di 'Dust To Dust' il quintetto francese ha intrapreso un percorso musicale improntato verso lidi leggermente meno canonici rispetto al Power Speed Metal degli esordi, e questa scelta ha arricchito la proposta di influenze ed "invasioni" musicali capaci di rendere "sempreverde" il buon vecchio polpettone-Power senza alterare il trademark della band. Quindi come non prendere come esempio le sferzate così unicamente, platealmente, clamorosamente in stile Queen che accompagnano le composizioni di brani come "A Better Me", che potrei definire come uno dei più "completi" degli Heavenly, e come l'eclettica "Farewell"; songs nelle quali la versalità, più che il falsetto, della clamorosa voce di Ben Sotto la fa da padrone. Ma il quintetto non si da alle solo invasioni "Hard Rock", imbastendo un lotto di brani-schiacciasassi che riescono a farsi volere un gran bene come "Ashen Paradise", la conclusiva "Save Our Souls", o la più classica "Ode To Joy", dove il combo sforna la sua personale ri-elaborazione in uno stile a metà tra i Gamma Ray e gli Stratovarius sul tema del celebre brano di musica classica. C'è spazio anche per le più "facili", se vogliamo, "Lost In Your Eyes" e "Full Moon", tutte da cantare e che non mancheranno di far furore in sede live. Spendiamo due parole anche sulla piacevole titletrack sulle cui note antecedenti al ritornello non potrete fare a meno di esclamare "remember my naaaaaaame!", vi avviso. Al quinto lavoro in studio gli Heavenly dimostrano di avere ancora tante cartucce da sparare, ed un album come 'Carpe Diem' di certo non potrà che rinnovare l'affetto e la stima che i fans del genere nutrono per la band. Gli Heavenly sono così, o si odiano o si amano. Personalmente con dischi come questo sono ben contento di amarli.

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