FRONTLINE: CIRCLES
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12/04/2006Avevo lasciato i Frontline al loro ottimo "The Seventh Sign" del 2004, un cd che aveva spostato la musica del quartetto verso un massiccio impasto sonoro di pura estrazione teutonica, cosa precedentemente solo accennata all'interno di una proposta dalle reminescenze maggiormente melodiche. Il nuovo e qui discusso "Circles" sembra invece voler riacquisire, senza comunque rinnegare la massiccia svolta del capitolo precedente, parte di quel passato di facile assimilazione che ha contraddistinto la carriera di Stephan Kämmerer e soci, restituendo così un album potente ma allo stesso tempo diretto. Anche la produzione esecutiva risulta indubbiamente in linea con quanto sin qui intravisto nel gruppo germanico, restituendo un sound assolutamente solido e contemporaneamente avvolgente, elemento che mai ha latitato nelle varie uscite sin qui rilasciate col marchio Frontline, sintomo di una estrema professionalità talvolta carente all'interno dei new acts dei giorni nostri. L'unico punto debole di "Circles" va probabilmente ricercato invece nella qualità del songwriting, in questo caso leggermente altalenante all'interno del cd stesso, passando da punte del calibro di "No One" e "Did You Ever (Taste The Pain)" ad episodi di maggiore ordinarietà quali "I Give You The Rest" e "Hunter", due pezzi che tendono a scorrere senza lasciare eccessivamente il segno, e che finiscono così per essere abbandonati dalla memoria in un breve lasso temporale. Ciò non deve comunque sminuire un prodotto dai diversi punti di forza, il quale non mancherà di attirarsi le attenzioni dei fans del tipico hard-rock europeo, qui perfettamente rappresentato dai dieci brani di questo valido "Circles". Un buon follow-up al da me elogiato "The Seventh Sign", che avrebbe meritato maggiori lodi se fosse stato infarcito di un paio di chorus maggiormente coinvolgenti.
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