FOREST OF SHADOWS: Among the Dormant Watchers
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21/03/2019Solitudine e contemplazione di ciò che la natura muove intorno a noi, nostalgia e romanticismo in melodia, questa in breve l’ultima fatica discografica della oneman band svedese Forest of Shadows. Niclas Frohagen è l’unico protagonista di un progetto che ha avuto luce nel 1997 e che, dopo una serie di demo è arrivato al terzo disco in studio, dopo i due precedenti datati 2004 e 2008. Doom death metal che diventa via via più rarefatto, incastonando degli acustici fraseggi. Armonie di spiccata sensibilità, in grado di alleggerire un sound che si allinea ai maestri Katatonia ed October Tide, senza però mai avere quella possanza. La voce ricalca le trame del filone di appartenenza, senza andare mai a sfiorare tonalità diverse. Troviamo una certa epica nei pezzi, crescendo che tutto lentamente sommerge, lasciandoci inermi a precipitare nel più nero degli abissi. Una luce però d’improvviso squarcia il mare e la nostra anima resta a contemplare il silenzio in cui è immersa, riflessi di onde che si infrangono su certezze. Velo di malinconia, monolitica essenza che si erge tra masse che pesantemente si muovono ma che tutto inghiottono. Album delicato, nonostante il sound “tetragono”, capace di proporre sfaccettature di un’anima inaspettate per il contesto. Brani come "Lullaby" sono bagliore che mostra come si possa fare doom senza per forza dover seguire pedissequamente determinate strade. Non vi vogliamo illudere dicendovi che qui troverete rivoluzioni stilistiche, ma è chiaro come Forest of Shadows mostri passione ed anche un pizzico di personalità. Foglie cadono, vita che trova la propria fine ma che si posa sulla terra che l’ha partorita, mescolandosi ad essa. Mestizia e serenità al contempo, turbinio di sensazioni che danzano ed armoniosamente si abbracciano, amore che si intreccia, tra dolore e consapevolezza, trovando un equilibrio ideale.
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