MARIANAS REST: Ruins
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05/07/2019Torniamo ad incrociare, a distanza di tre anni dal precedente capitolo, una nuova fatica discografica dei finlandesi Marianas Rest. Il progetto approfondisce ulteriormente il lato più malinconico e rarefatto del death metal, rallentando la velocità e proponendo un doom melodico che si incastona perfettamente con l’appena citato genere della morte. Solitudine, mestizia e rassegnazione che vedono passare di fronte a sé ombre sempre più lunghe di un sole morente e ormai imperscrutabile all’orizzonte. Discesa che porta con sé speranze, caduche emozioni che alimentano un isolamento sempre più inevitabile. Il corso di una vita lasciata scivolare via, una rabbia che frana su se stessa togliendo per assurdo il peso di una lotta che si comprende pleonastica. Le melodie diventano un dolce inabissarsi nel silenzio, buio che avvolge, scogli consumati dal mare che si lasciano franare precipitando in una muta disperazione. Il disco così va avanti, tra i consueti dogma del filone, toccando Katatonia e tutte quelle realtà di doom death metal più classiche che orbitano intorno a quell’universo. Troviamo naturali i passaggi da metal più estremo a melodia, uso sapiente delle tastiere che non soffoca e che anzi ingentilisce un full-length altrimenti monotono. Scelta coraggiosa quella di dare una corposa durata ai vari brani, capacità indiscussa della band di non lasciarci intorpiditi, donando una discreta “agilità” alle strutture di Ruins. Non possiamo dire di trovarci di fronte a qualcosa di nuovo, visto che mancano aspetti personali e che tutto palesemente ricalca il verbo del doom death, ma restano impressioni positive. Il full-length infonde emozioni, è ben suonato e curato dal punto di vista dei suoni, senza diventare clone di nessuno ma nemmeno innovando. Il tempo ci dirà se i Marianas Rest sapranno andare oltre, perchè crediamo fermamente possano farlo. La passione non manca, ci vuole solo quel coraggio ed idee che ad oggi invece latitano. Da rivedere in futuro.
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