EYES OF SHIVA: EYES OF SOUL
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21/11/2004Vengono dal Brasile e suonano Power: ci sono forse dubbi sulla scuola da cui possono aver attinto? Gli Eyes Of Shiva, prevedibilmente, sono discepoli dei vecchi Angra, ma non solo. In effetti nella loro musica c'è davvero di tutto: dalle ritmiche tradizionalmente brasiliane ad un cantato che si avvicina incredibilmente ai Powerquest, con passaggi in cui si potrebbe giurare di star ascoltando i Labyrinth, fino a punte da Stratovarius "vecchio stampo". Addirittura un paio di passaggi di quelli non eccessivi dei Rhapsody. Si potrebbe dire chè è un mescolotto, un paciugo. Ma è anche qualcosa di più: è un album che si ascolta volentieri, ben scritto e ben eseguito, divertente e rilassante, è buona musica che si snoda lungo dieci tracce mai pesanti, noiose o ripetitive. E soprattutto, nonostante la lista di numi tutelari, è a modo suo originale e fresco, si potrebbe dire che "sa di nuovo", anche col classico "occhio al passato". Brani consigliati? Tutti. La domanda è se si preferiscano le ballads, come "Pride", o pezzi più veloci (sebbene non ci siano grandi cavalcate), come "Psychos Of The New Millennium". Una via di mezzo, un pezzo romantico, emotivo eppur ritmato? La bellissima title-track. Uno più rockeggiante, con tastiere ottantiane e vagamente Labyrinth di "Return To Heaven Denied"? "World Tomorrow". Un po' di tutto, come si diceva, per accontentare un po' tutti, con una costante qualità compositiva ed esecutiva che non mancherà di stupire, valorizzata da un mixaggio che amalgama tutti gli strumenti e la voce in maniera "soft", dando a tutti i giusti spazi con un ottimo equilibrio.
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