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EUROPE: Walk The Earth

data

15/11/2017
80


Genere: Hard Rock
Etichetta: Silver Lining Music
Distro:
Anno: 2017

C'era una volta una band svedese che, dopo anni di gavetta, raggiunse il successo planetario con un album "da top 10" arricchito da facce pulite, sorrisi ammiccanti alle ragazzine e reputazione di bravi ragazzi. Con l'avvento del grunge, come per molti altri colleghi, giunse un periodo di appannamento. Facile credere che, anche per loro, la carriera terminasse lì, oppure venisse limitata al riproporre vecchi successi nei clubs. Grazie al cielo, gli Europe non hanno solo delle belle facce (sì, ammettiamolo, si sono mantenuti in splendida forma), ma anche tanta testa ed un loro gusto musicale ben definito. Non hanno mai fatto mistero del loro amore per il rock di matrice anni '70. Seguendo finalmente la loro personale vena, non più pressati dalle case discografiche, hanno intrapreso già con lo splendido "War Of Kings" un percorso che li ha portati verso sonorità via via più robuste, e sì, anche più cupe. Arriva così 'Walk The Earth', di cui si è avuto un assaggio già a settembre con il singolo omonimo: già al primo ascolto è tutta un'altra musica. Il brano incede maestoso, anche se indulge forse un troppo verso gli Zeppelin di "Kashmir", ma la realtà è che è difficile trovargli anche un solo difetto. Quello che salta immediatamente all'orecchio è che, finalmente priva dei filtri che ha dovuto usare per anni, la voce di Tempest risulta estremamente più grossa, corposa ed espressiva. Procedendo con l'ascolto di "The Siege" (uno dei brani più belli del lavoro), le impressioni non cambiano: Mic Michaeli in forma smagliante è probabilmente quel qualcosa in più a favore di questa band. Il suo gusto negli arrangiamenti fa sì che la sua presenza non sia mai prepotente o stucchevole, bensì il giusto complemento alle chitarre di Norum, che, detto per inciso, sembra anche lui in stato di grazia. Menzione d'onore per "Pictures" (preparate i fazzoletti, please), struggente ballad in cui si trovano tracce addirittura di David Bowie nelle linee vocali. Altro brano da brividi è il pezzo di chiusura, omaggio più o meno velato ai Deep Purple: "Turn To Dust" è impregnata di una malinconia amara che ben si adatta alle piovose giornate di novembre. Norum ci regala ancora un solo splendido, a far da ciliegina sulla torta di un Michaeli che qui trova ampio spazio in un arrangiamento di organo da pelle d'oca. Ottime anche "Kingdom United" e "Election Day", la prima con chiari richiami ai brani più cupi di "Wings Of Tomorrow", la seconda un po' più ariosa e melodica, anche se il fantasma di Jon Lord qui aleggia prepotentemente, un po' come su tutto l'album. Discorso diverso per "Haze" e soprattutto per "Wolves", che risulta essere pesante ed a tratti anche un po' irritante, probabilmente a causa di una linea melodica molto sottotono, che non rende giustizia al brano. L'unica cosa davvero degna di nota di questo pezzo è (ancora!) il solito strepitoso Norum. "GTO", e "Whenever You're Ready" le restanti due tracce: solido hard rock che troverà probabilmente la sua espressione più felice nell'esecuzione live. Attendiamo quindi l'esibizione della formazione svedese qui in Italia (29 Novembre, Milano) per apprezzare in toto la resa di questo lavoro. Che forse non brilla per originalità, ma è veramente un buon disco che convince un po' di più ogni volta che lo si ascolta.

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