ERANCNOIR: Erancnoir
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02/11/2019Erancnoir è la creatura in studio di Harpag Karnik, polistrumentista iraniano che decide di regalarci un sound gelido e lontano dalla tradizione del paese di origine. Il suo è un black metal dai risvolti ambient vicino a Striborg ed a quel filone fatto di mestizia e dolore interiore caro ai più misantropi. L’intercedere dei pezzi è crescendo scandito da minimali rintocchi di tastiera di fondo, grida di dolore che si stagliano su un orizzonte fatto di cupi presagi. Luce bianca si staglia dall’orizzonte, epico intercedere che ci avvolge e trasporta in un dimesso pensiero in cui sprofondare. L’aspetto ambient è di per sé un risvolto che ci accompagna in uno spazio infinito, viaggio in un universo nel quale ci sentiamo granelli insignificanti, ma in cui la nostra voce echeggia drammaticamente. La ridondanza ipnotica del full-length ci lascia sospesi in un vuoto di cui accettiamo l’assenza di confini, una fotografia sbiadita di una realtà lontana anni luce di cui noi, impotenti, osserviamo i disegni. L’omonimo terzo album di Harpag Karnik non sposta l’indice di gradimento ai dogma dei filone, black ambient che si conficca nell’anima e che diventa impalpabile. Ne respiriamo i connotati, consigliandone l’ascolto a chi è avvezzo ad ambientazioni fosche, quasi la speranza non fosse nemmeno contemplata. L’artista iraniano riesce nell’intento di trasmettere sensazioni, seguendo per ora schemi già visti, ma risultando genuinamente espressivo. Il tempo ci dirà se Erancnoir riuscirà ad incastonare quella personalità che per ora latita e che si rende indispensabile per non restare invischiati nel limbo dell’anonimato.
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