EPHEL DUATH: On Death And Cosmos
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19/05/2012Reinventarsi scontrandosi mortalmente con ciò che è convenzionale, osare, stupire e cambiare pelle di continuo senza mai stancarsi. Questa l'essenza in poche parole del genio di Davide Tiso. Perchè d'altra cosa non possiamo parlare se non di genialità, di un ragazzo che debuttando su Code666 anni fa spalancò le porte del black d'avanguardia, liberandosene dopo qualche anno prima con 'The Painter's Palette', ed in seguito con 'Pain Necessary To Know'. Ogni capitolo degli Ephel Duath ci accoglie in un mondo a sé, riserva sorprese e modi di concepire la musica tutta in modo differente. Davide dal canto suo non tardò a sottolineare questo concetto, affidando uno dei suo dischi ad Eraldo Bernocchi per un completo remix. Nel 2007 fu la volta di 'Through My Dog's Eyes', il famoso "disco senza basso", ma anche l'ultimo con Lorusso alla voce, e il primo con Marco Minnemann alla batteria. Proprio con quest'ultimo Davide riparte avvalendosi addirittura di Steve DiGiorgio, e affidando il microfono alla sua consorte Karyn. I tre brani non ricordano niente del passato, ma destrutturano in modo maniacale il metal estremo col progressive, creando strati su strati di melodie molte volte dissonanti tra esse. "Raqia" è un esempio lampante di quanto detto, dolce all'inizio e pungente sul finale. La sensazione è quella di trovarsi dinanzi un lavoro senza dubbio originale, dove tre tracce dicono tutto senza accusare i colpi di una mancanza di qualcosa all'interno del loro scheletro. Un unico muro di suono dove nessuno invade l'altro, rimanendo sospesi come gli ultimi secondi di "Stardust Rain" insegnano.
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