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ENSLAVED: ISA

data

20/01/2005
94


Genere: Avantgarde Black Metal
Etichetta: Tabu Records
Anno: 2004

Gli Enslaved sono sempre stati un elemento a parte nella scena estrema norvegese; fin dai loro esordi hanno sempre privilegiato una propria via personale alla materia black metal distaccandosi da facili stereotipi musicali ed anteponendo la piena soddisfazione artistica al compromesso commerciale. Non è un caso che mentre in Norvegia si affermava il trend black metal, gli Enslaved si muovevano già sulla via del loro personalissimo "Viking Black Metal" e quando la cosa più "cool" era far parte dell'Inner Circle, Ivar e C. ne presero le distanze. Non contenti di questo i prodi novegesi a partire da "Eld" (anno 1997) furono tra i primi ad aprire il black metal a sperimentazioni progressive, contribuendo con i dischi successivi a definire quella che è diventata la scena "avantgarde black metal" norvegese. Questo "Isa" è il ritorno sul mercato discografico dopo gli ottimi responsi ottenuti dal bellissimo "Below The Lights", un disco che ha consacrato il talento degli Enslaved capaci di creare una fusione perfetta tra pulsioni sperimentali e forma canzone. Nel frattempo la band ha perso un elemento importante quel Dirge Rep (ex batterista dei Gehenna) che tanto aveva contribuito col suo drumming versatile e velocissimo a forgiare il sound unico della band negli ultimi dischi, anche se il suo sostituto (Cato Bekkevold) riesce nell'impresa di non farlo rimpiangere. L'interrogativo che sorge spontaneo è se questo "Isa" sia all'altezza degli standard elevatissimi a cui gli Enslaved ci hanno abituato. Al riguardo la risposta è positiva, ma non solo "Isa" diventa una pietra miliare nella discografia della band, nella sua capacità di unire i retaggi epici e folk del passato con le divagazioni sperimentali ormai innate nel sound del gruppo. "Isa" vive di un'atmosfera sinistra e minacciosa, ma capace di aprirsi a passaggi irreali e sognanti, che fanno letteralmente rabbrividire. Pur essendone molto diverso musicalmente questo nuovo cd degli Enslaved mi ha riportato alla mente il mitico "My Arms , Your Hearse" degli Opeth, per la sua forza scardinante e la capacità di elevare i contrasti al massimo della loro forza espressiva. Mai come in questo disco il sound degli Enslaved appare come la fusione perfetta di progressive, hard rock dei seventies, thrash, folk, jazz, space rock all'interno del substrato black metal; ma il tutto rafforzato da un'aura di tensione palpabile che sembra ingigantire ogni nota suonata dal gruppo. "Isa" diventa la traduzione in musica della runa a cui si richiama, portatrice di equilibrio e purezza, ma allo stesso tempo destinata a sacrificare la forza delle emozioni dentro la visione di un mondo freddo e glaciale. Come vedete non ho citato nessun brano di questo cd e non lo farò; "Isa" è un viaggio che va vissuto nota per nota nella sua ora di durata, qui non ci sono riempitivi o tempi morti, ma un unico flusso di musica che aggredisce, stordisce ma che allo stesso tempo fa sognare; tra parti in screaming black efferatissime, una ritmica terremotante ma cangiante, clean vocals e tastiere eteree e pulsioni chitarristiche vibranti, si consuma una dei momenti più alti e significativi mai avutisi in ambito "avantgarde black". In realtà tutto quello che basterebbe sapere su "Isa" è che questo è un nuovo (e per l'ennesima volta) stupendo disco degli Enslaved, un altra pietra miliare in una discografia unica per livello qualitativo ed importanza musicale, un altro tentativo di far aprire il mondo all'arte di questi norvegesi.

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