EN PLEIN AIR: En Plein Air
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31/05/2011Prima prova sulla lunga distanza per l'ensemble romano autore di un masterpiece post-rock che si colloca a cavallo tra le produzioni dei Giardini di Mirò, Sigur Ros, God Is an Astronaut , impreziosito da accenni di jazz e strutture di musica classica. L'opera crea un ponte immaginario tra la realtà e il sogno, svuota il cuore e la mente da ogni pensiero e li rimette a nuovo per permettere all'ascoltatore di calarsi al meglio in una dimensione onirica enfatizzata da delicate melodie e corpose accelerazioni. Due chitarre, basso, batteria, violino, violoncello e tastiere, sette strumenti di non facile coesistenza: in questo consiste l'abilità della band che riesce a farli diventare il naturale completamento/sovrapposizione l'uno dell’altro grazie ad arpeggi quasi eterei, maestosi crescendo che sanno toccare le corde più sensibili dell’animo umano, e anche parti di rock vibrante ("Sul Confine", traccia più bella dell'album, ma anche la più rocciosa); attenti a non farvi ammaliare dall'opener "Waterloo" con le sue iniziali note suadenti perchè nasconde subito una 'inaspettata' sorpresa non consigliata ai deboli di cuore; l'unica traccia che non raggiunge la grandiosità delle altre è l'ultima, ma stiamo parlando di composizioni al limite della perfezione, ne consegue che in un qualsiasi altro cd avrebbe fatto la sua più che onorevole figura. Ho avuto il piacere, ed anche l'onore, di aver assistito al release party non più di un mese fà; posso confermare l'assoluto rilievo della performance contraddistinta da momenti di commozione vera che fa sentire ancora più vivi ed emozionali.
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