EKTOMORF: INSTINCT
data
28/03/2005Dovessimo andare a leggere tutte le recensioni, gli articoli, le interviste che stanno uscendo in questo periodo e che hanno per oggetto gli Ektomorf, ci accorgeremmo che il nome più ricorrente non è certo quello della band magiara, ma quello dei più lontani Sepultura. Il fatto non stupisce certo visto che è impossibile non notare una certa affinità (copia carbone?) tra i due gruppi. Come già messo in luce da tutto il mondo musicale, infatti il sound degli Ungheresi è vicinissimo a quello proposto dai Sepultura di “Roots” o a quello, se vogliamo ancor più contaminato, dei Soulfly. Il fatto che la musica dei fratelli Farkas non sia proprio originalissima non deve però portare al disinteresse verso questa band, che di fatto comunque è riuscita ad erigere un album monolitico e devastante sotto tutti i punti di vista, con dodici canzoni di thrash metalcore feroci e dirompenti. C’è da dire che rispetto al precente “Destroy” il sound degli Ektomorf si è ulteriormente spersonalizzato, perché sono stati eliminati quasi tutti quegli riferimenti (forse accessori) alla cultura magiara, tutti quei momenti acustici che riprendevano le radici musicali dell’europa orientale. Di fatto, molto si è guadagnato in termini di impatto e immediatezza, così da compensare quanto è andato perduto sul versante dell’originalità. Dal punto di vista delle tematiche, poco è cambiato rispetto al precedente lavoro: si parla sempre di rabbia e di ribellione (tematiche che, guarda caso, non facevano schifo nemmeno ai Sepu), sentimenti che gli Ektomorf riescono ad esprimere nel modo migliore grazie ad un carisma che comunque merita rispetto. L’opener “Set Me Free”, “Show Your Fist” o l’adrenalinica “Fuck You All” sono probabilmente i tre brani simbolo di questo sesto capitolo targato Ektomorf, che personalmente non mi ha affatto deluso.
Commenti